Al Modena tremila spettatori e Dori Ghezzi fuori programma

Al Modena tremila spettatori e Dori Ghezzi fuori programma

Oltre 3 mila spettatori e un fuori programma di eccezione. Dopo le «Lezioni di storia» che hanno riempito Palazzo Ducale l'inverno appena passato, la Fondazione Edoardo Garrone, in collaborazione col Teatro dell'Archivolto (diretto da Pina Rando), ha fatto nuovamente il pienone coi «Lunedì Feg». Serena Dandini, Gad Lerner, Neri Marcorè, Franco Battiato e Carlo Petrini si sono alternati a partire da lunedì 8 marzo sul palco del Teatro Modena di Sampierdarena. Un successo che ha spinto la Fondazione a prolungare gli incontri. Ultimo appuntamento, quindi, il prossimo 31 maggio con una serata dedicata interamente Dori Ghezzi. Vita e memorie della cantante sulle note di Fabrizio De André, la promessa dell'incontro che in questi giorni, si può dire, «vola veloce di bocca in bocca».
Ma tra artisti, musicisti e giornalisti (gli incontri si possono scaricare da www.fondazionegarrone.it) lunedì scorso è andata in onda una prima assoluta. Perché è la prima volta che l'ad del primo istituto di credito italiano (UniCredit Group) abbandona le sale ovattate dell'alta finanza per salire sul palco di un teatro. Giacca grigia, camicia bianca, cravatta arancione, gamba accavallata con le mani alle caviglie. È in un clima salottiero che Alessandro Profumo racconta di sé incalzato dalla conduttrice Giovanna Zucconi. Un quadro di vita. La vita di un uomo che si trova da 16 anni alla guida di un gruppo bancario «che conta 162 mila dipendenti in 22 paesi», ci tiene a sottolineare il numero uno del credito. Simbolo di quella «foresta pietrificata», definita impietosamente da Giuliano Amato, Profumo è sceso dal firmamento rivelando un'anima di acuto ascoltatore e lettore. Perché «è dall'emozione, dall'umore che scelgo le mie letture», spiega Profumo. Da Herman Potok, lo scrittore rabbino «che sa unire più di ogni altro tradizione e modernità», all'«Arte della Gioia» di Goliarda Sapienza di cui il banchiere racconta in diretta la vita della protagonista «che nonostante le disavventure personali sa essere generosa e dare agli altri delle chance che non avrebbero mai avuto». Un dialogo su piani paralleli tra la conduttrice della Rai (il cui nome è legato a programmi come Che tempo fa di Fabio Fazio) e il banchiere. E mentre lei parla di Opa ostile, lui si rifà ai valori: «Il valore di una banca è la capacità di produrre profitto nel tempo gestendo i sogni delle persone». Lei lo incalza sulla crescita: «Ma è proprio necessario crescere sempre?». Lui cita il detto catalano: «È meglio dividersi una torta più grande o una torta più piccola?». «E dei tagli a cultura, istruzione e università?» (lei). «Se servono a eliminare le università inutili e di scarsa qualità ben vengano» (lui). Neanche il tempo sferrare un colpo ai sindacati («che in Italia spesso difendono un bidone vuoto») che il banchiere cita l'economista Paul Krugman e l'importanza della redistribuzione della ricchezza («vero segreto della attuale crescita Brasiliana e compito dello Stato») di fronte a un pubblico tutto speciale. Niente fans o tifosi, ma imprenditori e finanzieri. Come l'immobiliarista Mario Giacomazzi o la direttrice della filiale genovese della Banca D'Italia Letizia Radoni. E poi Vittorio Bo (direttore del Festival Scienza) o il produttore Rai (e marito di Giovanna Zocconi) Michele Serra con Sabina, la moglie di Profumo.

Mentre a fianco al segretario della Fondazione, Paolo Corradi, e al suo presidente, Riccardo Garrone, non poteva mancare l'ex presidente del Genoa Paolo Scerni. Unici politici il senatore Giovanni Paladini (Idv) e l'ex assessore alle Finanze della Regione Giovanni Battista Pittaluga Pittaluga. Assenti: tutto l'establishment politico del centrosinistra.

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