Una vasta mostra ricorda Modigliani a Roma, a quasi cinquantanni dallultima, realizzata da Palma Bucarelli nel lontano 1959. La rassegna, che comprende circa cento opere tra dipinti, carte e sculture, è curata da uno studioso di valore come Rudy Chiappini, direttore del Museo dArte Moderna di Lugano, che aveva già organizzato la grande antologica dellartista, appunto a Lugano, nel 1999.
Vissuto a Parigi dal 1906 al 1920, lanno della prematura morte a soli trentacinque anni, Modigliani è stato una figura leggendaria delletà delle avanguardie. La sua arte, vicina al cubismo e al primitivismo, ma non dimentica dei maestri del Trecento e del Quattrocento toscano alla cui lezione attinge costantemente, ha esercitato un fascino ineguagliato, eppure è ancora oggi più nota che conosciuta, più famosa che realmente compresa.
Tutta larte di Modigliani, in effetti, è una riflessione sulluomo, anche se spesso quelluomo è una donna. Non conta ciò che la figura ha intorno: di solito una porta o una parete, al massimo una sedia o un tavolino che non vogliono descrivere un ambiente, ma hanno solo un valore cromatico e spaziale. Non conta nemmeno quello che sta facendo: di solito non compie nessun gesto, non è occupata in nessuna azione. Esiste, e questa è la cosa più importante. La figura, poi, è rappresentata da sola. Modigliani non ha mai dipinto compagnie, folle, o quelle composizioni di gruppo che, dallimpressionismo in poi, sono un soggetto ricorrente della pittura europea. Raramente dipinge una coppia, e solo se è unita da un legame (due sposi, due piccole amiche, una madre col bambino). Quello che gli interessa è lindividuo: il singolo, come avrebbe detto Kierkegaard.
Tutta la sua opera è il tentativo, lucido ed emozionato, non di porre luomo al centro delluniverso, come voleva la filosofia rinascimentale, ma di considerare luomo un universo. Perché, come diceva lui stesso, «luomo è un mondo che a volte ha più valore dei mondi interi». Nessun altro maestro del Novecento come Modigliani si concentra così ostinatamente, gelosamente, appassionatamente sulla figura, evitando non solo i temi letterari, storici, allegorici, mitologici, religiosi, come tutta larte moderna, ma perfino le scene di vita cittadina, la natura morta e il paesaggio, che erano ammessi anche dalle avanguardie. La sua è unarte che ha un solo soggetto. Nelletà delle avanguardie, in cui luomo non è più il cuore della ricerca espressiva, in cui avviene ciò che Berdjaev ne Il senso della storia (1925) chiama il «dissolvimento dellimmagine umana», e in cui la figura si trasforma in maschera, caricatura, manichino, frammento, sagoma illusoria o, semplicemente, scompare, Modigliani si concentra su quellunico tema: il volto e il corpo delluomo. O, meglio, della donna che, come nellebraismo a cui apparteneva, è la più bella delle creature e racchiude nella sua carne (creata traendola dalla carne stessa, non dalla terra come il suo compagno) un duplice soffio divino.
Al suo tema prediletto Modigliani ha voluto assegnare una nobiltà assoluta. In questo senso il suo ispirarsi alle maschere africane, allarte arcaica e primitiva, è radicalmente diverso da quello di Picasso, Derain o degli espressionisti tedeschi. La ricerca di Modigliani è sempre tesa a infondere nella figura la massima bellezza espressiva. Le fisionomie verticali dei suoi volti di pietra e delle sue Cariatidi non cercano la deformità e il grottesco, ma potenziano la loro musicalità attraverso i ritmi aerei del profilo e gli slanci ascensionali delle linee.
Lumanesimo di Modigliani è tanto coinvolgente, anche perché ci propone unumanità fragile, venata di malinconia. Nelle sue opere non cè alcun trionfalismo, eroismo, monumentalità. Non cè nessuna retorica. Le sue figure ci si presentano in modi a cui si addice lavverbio scritto dallartista in una dedica a Cendrars: «teneramente». Luomo, e più ancora la donna, pur campeggiando nello spazio e dominando tutta la composizione, sono colti nella loro debolezza, in uninermità quasi infantile.
LA MOSTRA
Modigliani. Roma,
Complesso del Vittoriano, fino al 18 giugno. Catalogo Skira
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.