Fino al suo recente arresto, Calisto Tanzi non ha solo continuato a fare limprenditore attraverso la società dolciaria The Original American Backery, intestata alla moglie e a un imprenditore napoletano, ma ha anche continuato a intrattenere rapporti telefonici con «persone che ricoprono incarichi di rilievo nei poteri cittadini». Lo sostiene il procuratore di Parma Gerardo La Guardia.
Dalle intercettazioni sulle indagini per il tesoro darte (valore 28 milioni di euro) che aveva occultato, emerge la figura di un Tanzi ancora «ben inserito nella città di Parma e capace di dialogare con livelli abbastanza importanti di potere». Su domanda dei cronisti, il procurate ha spiegato che Tanzi ha colloquiato con soggetti appartenenti ai vertici di banche locali e che largomento della discussione erano «alcune nomine».
Quanto alla società dolciaria, secondo il procuratore, Tanzi ne ha avuto fino al giorno delle manette (scattate i primi di maggio) la «gestione integrale», ne ha curato i «rapporti con la grande distribuzione», «le politiche produttive» e «le vendite».
Ieri è stata intanto chiesta la conferma della condanna dappello per tre imputati del processo sul crac Parmalat. Si tratta di Maurizio Bianchi (7 anni e 4 mesi), revisore dei bilanci, Luciano del Soldato (6 anni e tre mesi), ex dirigente del gruppo Parmalat e Gianpaolo Zini (6 anni e due mesi), allora consulente legale di Tanzi.
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