A Melbourne avevano dormito in uno splendido college, ognuno nella sua stanza. Un piccolo villaggio nella città con ristoranti, pizzerie, fast food e banche. Si sono trovati così bene, che molti di loro, provenienti soprattutto dai paesi africani, hanno chiesto asilo politico. A Milano? Nelle tendopoli al Parco Sempione. Questo il rischio per circa 500 homeless provenienti da 64 paesi di tutto il mondo che parteciperanno agli Homeless World Cup 2009. Tra il 6 e il 13 settembre, infatti, nella nostra città si terrà la settima edizione dell campionato del mondo di street soccer dei senza dimora. I giocatori, che possono partecipare una sola volta ai campionati, vengono selezionati attraverso specifici programmi di accoglienza e reinserimento sociale - si legge nella presentazione - motivati e uniti dal desiderio di uscire dalla loro condizione di emarginazione e povertà.
I campionati si svolgeranno in due campetti, tra l’Arena civica e il parco Sempione. Ma ancora incerta è l’ospitalità dei giocatori delle squadre nazionali. Paradosso della sorte: gli homeless si trovano a cercare casa. Scartata l’ipotesi delle scuole, dal momento che in quella settimana inizieranno le lezioni, si è parlato forse di una caserma, ma solo a livello di ipotesi. Sono state chiamate e coinvolte tutte le associazioni della città alla ricerca disperata di un’idea, un tetto, una sede, dove poter accogliere i 500 giocatori. Insomma si sta battendo a tappeto tutta la città, dal momento che le istituzioni non hanno saputo indicare alcuna soluzione concreta. Sono state coinvolte anche le ferrovie dello stato, ma nemmeno loro hanno saputo trovare un tetto ai clochard calciatori. Appello a sponsor, uffici, aziende, chiunque abbia una sede.
Il Comune avrebbe proposto la scuola di via Saponaro, la casa gialla, non più in funzione come scuola, ma trasformata in dormitorio per l’emergenza freddo. Non proprio un college all’inglese, direte voi. «Nessuna proposta o soluzione concreta è stata avanzata al momento» risponde Massimo Acanfora, presidente del comitato organizzatore. Ecco allora che l’unica soluzione che si profila all’orizzonte è quella di una tendopoli al parco Sempione. «Bisogna tenere conto - spiega Emanuele Patti, segretario provinciale dell’Arci - che il senso dell’Homeless World Cup è proprio quella di lasciare al paese ospitante una struttura permanente per l’accoglienza degli homeless. Un dormitorio può andare bene come soluzione temporanea, ma non certo per risolvere in maniera definitiva la questione dei clochard, come abbiamo visto questo inverno. Se non si trova una soluzione definitiva, una struttura da lasciare agli homeless, anche in vista dell’Expo, si svilisce il senso della manifestazione».
E dire che nel documento di presentazione dell’evento si legge: «L’Homeless world cup rappresenta una soluzione unica per Milano, città di respiro internazionale e luogo di elezione dell’Expo, per dimostrare la propria capacità di accogliere persone da tutto il mondo». O quasi.
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