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Francia, dilaga l'infibulazione: ora diventa una piaga sociale

La pratica diffusa in Africa, adesso prende piede in Francia anche tra i migranti di seconda generazione: l'infibulazione ha tutto l'aspetto di una nuova grave piaga sociale

Francia, dilaga l'infibulazione: ora diventa una piaga sociale

L’infibulazione è una delle pratiche più barbare che possano esistere: consiste, come si sa, della mutilazione dell’apparato genitale femminile, con il fine di proibire alla donna di provare piacere durante l’atto sessuale e dunque conservarla “pura”.

Una pratica diffusa in Africa ed anche se associata all’Islam, essa in realtà risale a convenzioni sociali diffuse nel continente nero prima dell’avvento della religione musulmana. Nel Corano non si fa alcun cenno all’infibulazione, per di più essa viene praticata anche in alcune comunità cristiane e non islamiche.

La sua diffusione nell’Africa sub Sahariana è da sempre uno degli elementi che preoccupa maggiormente: Somalia, Kenya, Eritrea, Sudan, ma anche Guinea e parte dell’Egitto vivono con all’interno diverse comunità dove l’infibulazione appare un qualcosa di normale da praticare a bambine anche in tenera età.

Ma adesso c’è un dato destinato a sconvolgere l’opinione pubblica francese: oltralpe sono sempre di più le donne che subiscono l’infibulazione.

Così come riportato dall’istituto di previdenza nazionale, il dato è molto più che allarmante: più di 120.000 donne francesi all’inizio degli anni ’10 di questo secolo convivono con la piaga dell’infibulazione.

Una cifra raddoppiata in pochi anni, visto che nel 2006 risulta ferma a poco più di 60.000, numero comunque di per sé molto elevato. La Francia deve quindi fare i conti con la presenza di una delle pratiche più barbare all’interno dei propri confini, mentre fino a pochi anni fa l’infibulazione appare un qualcosa di molto lontano dalla propria società.

Un elemento importato, così come risulta sempre dalle ricerche dell’istituto di previdenza nazionale: a praticare l’infibulazione sono quelle comunità oramai radicate in Francia, ma le cui origini sono dei paesi dove questa macabra usanza caratterizza le rispettive società.

Ed è questo un altro dato che fa riflettere: chi vive stabilmente in un paese europeo, in questo caso la Francia per l’appunto, non abbandona quelle pratiche lontane dalla cultura del vecchio continente o considerate come lesive per l’integrità fisica e morale della persona. Al contrario, si continua a praticarle anche all’interno della seconda generazione di migranti.

Quel che più sconcerta, è il fatto che il problema non viene affrontato adeguatamente: non si contano molte denunce, a Parigi come in altre città francesi, né tanto meno le autorità sembrano intervenire in modo energico contro la diffusione di questa pratica.

Mentre cioè, come sottolinea Mauro Zanon su Libero, il ministro francese delle pari opportunità intraprende una crociata contro la presenza di ragazze per premiare i ciclisti sul podio del Tour de France, da Parigi nulla si dice contro la diffusione dell’infibulazione e contro dati che appaiono, anno dopo anno, sempre più allarmanti.

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