Giappone, scandalo su trucchi e ventagli: due ministre si dimettono

L'accusa è di uso improprio dei fondi elettorali. Il premier Abe le sostituisce a tempo di record

Giappone, le ministre dimissionarie Yuko Obuchi e Midori Matsushima
Giappone, le ministre dimissionarie Yuko Obuchi e Midori Matsushima

In Giappone non sentono storie: sei un politico ed hai sbagliato? Paghi e vai a casa. E senza troppe polemiche o giri di parole. Due ministre, accusate di gestione impropria di fondi elettorali, sono state costrette a dimettersi. E in tempi record il premier Shinzo Abe ha nominato due nuovi ministri dell’Economia e della Giustizia. Le due politiche costrette a fare un passo indietro sono Yuko Obuchi (40 anni), figlia di un ex premier, e Midori Matsushima (58 anni).

Per il dicastero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria Abe ha scelto Yoichi Miyazawa, 64 anni, nipote dell’ex premier Kiichi Miyazawa, al governo tra il 1991 e il 1993. Alla Giustizia va invece un’altra donna, Yoko Kamikawa, 61 anni, ex ministro per gli Affari sociali e per le Pari opportunità. Entrambi i neo-ministri si sono laureati in pubblica amministrazione all'università americana di Harvard.

Obuchi e Matsushima erano entrate nel governo a settembre, nell’ambito di un rimpasto dell’esecutivo, voluto da Abe (al potere dal 2012) per rilanciare l'immagine dell'esecutivo a favore del ruolo femminile nel mercato del lavoro. La Obuchi, madre di due figli e figlia di un ex primo ministro, era considerata l’immagine giusta per convincere l’opinione pubblica più scettica della necessità di riapertura dei reattori nucleari chiusi dopo il disastro di Fukushima, nel 2011 (compito peraltro difficile considerato che i sondaggi danno i giapponesi costantemente contrari). E' sospettata di aver speso tra il 2007 e il 2012, quando era ancora parlamentare, diversi milioni di yen (circa 75mila euro) senza alcun rapporto con la sua attività politica: per sue spese personali (anche prodotti cosmetici in grandi magazzini) e per regali ai suoi sostenitori, come biglietti per il teatro.

La Matsushima, invece, è accusata di aver violato il codice elettorale che vieta regali ai propri sostenitori: avrebbe fatto distribuire ai propri elettori dei ventaglietti con la propria immagine. Si tratta di qualche migliaio di pezzi (del valorte di circa mezzo euro l'uno).

La campagna di Abe per la promozione politica e sociale delle donne si rivela un boomerang: lo scandalo, infatti, è scoppiato

a causa di trucchi e ventagli. Piccole cose. Ma in Giappone, a differenza che da noi in Italia, non si scherza.

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