Iran, frustate e prigione per i minatori che protestano

Pugno di ferro di Teheran contro i minatori della cava di carbone di Bafgh, che nelle settimane scorse avevano protestato per le loro condizioni di lavoro

Iran, frustate e prigione per i minatori che protestano

Pugno di ferro delle autorità iraniane contro un gruppo di minatori della cava di carbone di Bafgh, 745 km a sud est di Teheran. Sono stati condannati a frustate e a diversi periodi di prigione, dopo che nelle settimane scorse avevano protestato per le loro cattive condizioni di lavoro.

A riferirlo al giornale Aftab-e Yazd è Faramarz Tofighi, rappresentante della Suprema assemblea dei lavoratori. "È un verdetto - ha osservato l'uomo - che è contro la legge perché i lavoratori hanno il diritto di protestare per i problemi della loro categoria".

Due anni fa un'altra dura protesta

Due anni fa, nel corso di una protesta da parte dei lavoratori di una miniera di ferro a Chadormalu, nella provincia centrale di Yadz, venti minatori erano stati arrestati mentre scioperavano.

Quella volta finirono in manette anche il presidente e il segretario del sindacato che avevano indetto l’astensione dal lavoro. Il sindacalista Mansoor Onsaloo aveva difeso i lavoratori ricordando che i minatori guadagnano tra i 205 e i 240 euro al mese, mentre le autorità locali avevano stabilito paghe tra i 512 e i 682 euro al mese.

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