Guerra in Ucraina

"Vivo ma circondato dai russi": cosa è successo al combattente italiano in Ucraina

Un aggiornamento comparso tra le stories del profilo Instagram di Ivan Luca Vavassori ha riportato ottimismo. La sua squadra sarebbe sopravvissuta ad un attacco ma è circondata dai russi a Mariupol

"Ivan è ancora vivo": cosa è successo al combattente italiano in Ucraina

"La squadra di Ivan è sopravvissuta. Stanno provando a tornare, il problema è che sono circondati da forze russe così non sappiamo quando e quanto tempo dovranno impiegarci". Dopo un giorno intero di apprensione, dubbi e misteri, è stato pubblicato un importante aggiornamento sul profilo Instagram di Ivan Luca Vavassori che ha riportato ottimismo.

Cosa è successo a Ivan

L'allarme è dunque rientrato? In parte sì, almeno stando a quanto riportato nel suddetto aggiornamento. "Nell'attacco - conclude il messaggio serale - "ci sono 5 persone morte e 4 ferite, ma non sappiamo i loro nomi". Ricordiamo che Ivan, ex calciatore di 29 anni, era andato a combattere in Ucraina nelle file delle brigate internazionali. A quanto pare, dunque, il ragazzo sarebbe sopravvissuto con tutto il suo team a un attacco russo a Mariupol.

L'allarme era scattato questa mattina, sempre sui social: "Ci dispiace informarvi - il messaggio in una story sul profilo dello stesso Vavassori - che la scorsa notte, durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall'esercito russo. In uno di questi c'era forse anche Ivan, insieme col 4/o Reggimento".

Chi è Ivan Luca Vavassori

Vavassori, nato in Russia, è stato adottato da una coppia piemontese. Come ha sottolineato l'Ansa, ha giocato a calcio in serie C per il Legnano, la Pro Patria e il Bra, facendo un'esperienza anche in Bolivia, nella squadra del Real Santa Cruz. Quando è iniziato il conflitto in Ucraina ha mollato il pallone per andare a combattere al fianco degli ucraini, arruolandosi nelle brigate internazionali.

Nella Legione di difesa internazionale Ucraina, è diventato il comandante Romè o Aquila nera per quel suo vezzo, come ha raccontato su 'Tik Tok', di mettere un nastro nero intorno al caricatore del suo mitra. Vavassori sostiene di avere maturato altre esperienze militari, nella Legione Straniera: "Avevo firmato per cinque anni ma sono uscito dopo tre. Ero distaccato ad Aubagne e Castelnodary", in Francia.

Nel suo ultimo post, una settimana fa, appariva in mimetica e a volto coperto e scriveva: "Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra. Grazie mio Signore per essere ogni giorno al mio fianco, ti amo". All'inizio del conflitto Vavassori, al pari di molti altri italiani, aveva raccolto informazioni in ambasciata per unirsi agli ucraini. Ma proprio per le sue origini russe aveva avuto alcuni problemi poco dopo essere entrato tra i combattenti. Alla trasmissione "Le Iene" aveva raccontato che qualcuno sospettava che fosse una spia, il cellulare gli era stato sequestrato ed era stato interrogato per alcuni giorni. Poi era tornato a combattere

Secondo le ultime informative, i foreign fighter italiani che combattono in Ucraina sarebbero meno di venti, probabilmente diciassette: otto con i separatisti filo russi nel Donbass e nove con gli ucraini. Tra le vittime filo russe c'era anche Edy Ongaro, detto Bonzambo, ultrà del Venezia e attivista dei centri sociali del Nord Est, ucciso a fine marzo.

Invece per la Russia gli italiani in armi sarebbero 60, di cui dieci già tornati in patria e 11 morti in battaglia, una notizia che però "non risulta" all'intelligence italiana.

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