Londra blinda il Bank Holiday e il carnevale di Notting Hill

Reparti speciali mimetizzati tra i turisti in vista del week end del Bank Holiday. Protetto da barriere il perimentro del carnevale caraibico di Notting Hill

Londra blinda il Bank Holiday e il carnevale di Notting Hill

Operatori dei reparti speciali inglesi mimetizzati tra i turisti in vista del week end del Bank Holiday. Nei prossimi giorni nelle principali città inglesi si svolgeranno eventi e spettacoli come a Manchester, Birmingham e Glasgow. Occhi puntati sul carnevale caraibico di Notting Hill, domenica 27 e lunedì 28 agosto, il più grande al mondo dopo quello di Rio. Recentemente, una compagnia dello Special Forces Support Group ha completato uno specifico addestramento su mezzi civili riconvertiti per il combattimento ravvicinato in ambiente ristretto. Le truppe d’élite si mescoleranno tra i turisti e resteranno in incognito per l’intera durata delle manifestazioni. La loro attivazione è prevista soltanto in presenza di minaccia terroristica. Secondo il The Mail on Sunday, i servizi segreti inglesi avrebbero intercettato piani per possibili attacchi multipli durante il Bank Holiday.

Proteggere il carnevale di Notting Hill

Ogni anno, almeno due milioni di persone assistono al Notting Hill Carnival, dando vita al più grande street festival d’Europa. Un forte contingente dello Special Air Service sarà schierato a protezione del quartiere residenziale di Londra. La polizia utilizzerà un nuovo sistema di riconoscimento facciale per individuare i sospetti (già schedati). Per la prima volta, barriere metalliche e dissuasori proteggeranno il perimetro dell’area dove si svolgeranno le manifestazioni. Sistemi anti drone (individuali e fissi) ed aquile corazzate, già addestrate ed utilizzate in diverse manifestazioni inglesi, saranno schierate a protezione degli eventi del Bank Holiday.

Continua l'operazione dei "senzatetto" della SAS

Operatori SAS dello Squadrone G e del Counter Revolutionary Warfare Wing (specificatamente addestrati nel combattimento ravvicinato in ambiente ristretto), dallo scorso giungo sono infiltrati tra i senzatetto nelle principali citta britanniche per garantire tattiche di controguerriglia asimmetrica. La loro missione, sfruttando il basso profilo, è quella di garantire una immediata risposta ad un attacco terroristico, limitando le vittime. Ogni operatore è equipaggiato con sistemi d’arma tipo Heckler e Koch MP7, adatta per l’impiego in ambiente urbano e che garantisce elevata precisione nel combattimento ravvicinato, protezione balistica, kit di sopravvivenza, sistemi di comunicazione ed un cane da assalto (con relativa armatura da indossare, pochi secondi). Il progetto MP7 è espressamente concepito per l’alta penetrazione basato su un sistema d’arma leggero e maneggevole. Gli operatori dello Special Air Service travestiti da mendicanti e senzatetto, sono stati infiltrati gradualmente dallo scorso maggio a protezione concentrica dei siti sensibili e per ridurre al minimo le vittime tra i civili. Schierati poco distanti l’uno dall’altro cosi da garantire in pochi minuti una potenza di fuoco pari ad una pattuglia (probabilmente rinforzata di numero rispetto ai quattro componenti standard), ricevono cibo ed assistenza da altri membri del reggimento travestiti da volontari. Ci sono così tanti senzatetto nelle metropoli inglesi che è praticamente impossibile far saltare la copertura degli operatori. E' una tattica chiaramente elaborata dal Counter Revolutionary Warfare Wing. Il compito degli operatori del 22º Reggimento è quello di ingaggiare immediatamente la minaccia. L’intera operazione è coordinata dalla polizia inglese, ma è l'United Kingdom Special Forces a gestire le comunicazioni e gli eventuali sviluppi delle unità sul campo. Le unità regolari inglesi hanno l’ordine di non pattugliare le aree coperte dallo Special Air Service o di allontanarsi in presenza degli operatori senza destare sospetto. Il 22º Reggimento contribuisce alle operazioni di sorveglianza su vasta scala, unendosi all’MI5 ed alle unità regolari.

I cani d’assalto

Con un olfatto 40 volte più sviluppato rispetto all’uomo, i cani d’assalto dei reparti speciali sono addestrati per rilevare e identificare sia materiale esplosivo che soggetti ostili nascosti. I cani dei reparti speciali sono due volte più veloci di un atleta umano e più letali di una pallottola. Per proteggere i propri cani d’assalto, i Navy Seal utilizzano l’armatura in kevlar Storm K9. Ogni armatura Storm K9, comprese le apparecchiature per la visione notturna con funzionalità ad infrarossi per consentire all'operatore collegato in remoto di identificare figure umane anche attraverso il cemento grazie al calore emesso, costa circa 80 mila dollari. I pastori tedeschi sono ancora utilizzati come cani da guerra dai militari americani, ma i più leggeri Malinois sono considerati migliori per il lancio in tandem con il paracadute e per le operazioni di discesa in corda doppia, tecniche spesso utilizzate dalle squadre Seal. La razza Malinois è simile al pastore tedesco, ma più piccola. Un maschio adulto pesa circa 30 kg. I pastori tedeschi ed i Labrador in servizio con gli specnaz e l’FSB, il servizio segreto della Federazione Russa, sono protetti dalle nuove armature balistiche BzhS classe BR1 in compositi rinforzati della Armokom. La nuova corazza, secondo quanto dichiarato dall’azienda, è in grado di proteggere le parti vitali del cane dal fuoco di piccolo calibro e dalle schegge di granate senza limitare i movimenti dell’animale. La Armokom ha già ricevuto un ulteriore ordine dal Ministero della Difesa russo per sviluppare caschi balistici per proteggere la testa dei soldati a quattro zampe. La precedente armatura standard utilizzata dal Cremlino, nota come Tartaruga, pesa cinque chilogrammi: garantisce il massimo grado di protezione, limitando la mobilità del cane. E’ ideale per le operazioni a supporto delle unità guastatori dell’esercito russo. La nuova BzhS è stata progettata come struttura mobile che non limita i movimenti del cane. E’ in grado di arrestare i colpi da 9 mm esplosi ad una distanza di cinque metri da una pistola mitragliatrice Stechkin. Oltre alle armature balistiche, alcuni kit prevedono diverse dotazione offensive come l’elettroshock per neutralizzare il nemico. La Francia utilizza i pastori tedeschi, mentre lo Special Air Service utilizza i Malinois. I Military Working Dog del 22º Reggimento sono dotati di protezione balistica in kevlar.

L’unità Tuono Blu

L'unità Blue Thunder/Tuono Blu, così chiamata per il colore degli elicotteri non marcati utilizzati, è composta da 70 operatori del reggimento SAS. Così come avvenuto in precedenti periodi con altissimo rischio di attentati, gli inglesi hanno mobilitato numerosi reparti dell’esercito che agiscono in borghese nelle principali città e nelle aree sensibili del Regno Unito. Allestiti, nei punti nevralgici del paese, dei veri e propri centri di comando, con gruppi di pronto intervento ed esfiltrazione rapida. Alcune unità dei reparti speciali sono dotati di particolare equipaggiamento pesante: fungeranno, qualora richiesto, da moltiplicatori di forze. Mantenuti in stato di allerta permanente, i 70 operatori del reggimento d'élite operano da tre campi di aviazione e due aeroporti di provincia: rappresentano l'ultima risorsa. L'unità Tuono Blu si è addestrata per fronteggiare diversi scenari ed è stata creata dopo le atrocità di Bruxelles. La sua attivazione prevede uno scenario da guerriglia urbana (deflagrazioni di ordigni improvvisati, fucili d'assalto, protezione balistica, terroristi addestrati), considerando che all'unità Tuono Blu sono stati assegnati anche gli elicotteri d'attacco Apache Ah-64, già impiegati sul London Bridge. Oltre alla remota possibilità di poter ingaggiare un nemico in un contesto urbano inglese, il vero ruolo della piattaforma Apache AH Mk1, dotata di radar Longbow e corazzata per resistere ai proiettili perforanti da 12,7 mm, è quello di utilizzare i propri sensori per la conoscenza della situazione tattica.

L’attacco multiplo

La minaccia dinamica impone una costante rivalutazione dei protocolli di controllo ed accesso e la conseguente dotazione specifica di difesa che dovrebbe essere scevra dal politically correct (cosa che non sempre avviene). Un vehicle-ramming attack richiede particolari protocolli di risposta poiché le armi di piccolo calibro delle forze di polizia non riuscirebbero ad arrestare la minaccia. Il paradigma muta notevolmente in presenza di una formazione di veicoli (non ancora avvenuta la protezione balistica del mezzo). La strategia, già testata in Iraq e Siria, prevede un primo VBIED (con componente IED a bordo) utilizzato per sfondare il perimetro difensivo e detonare così da lasciare sgombera l'area. Il secondo VBIED, con un carico esplosivo nettamente maggiore, si dirigerebbe indisturbato verso il punto stabilito. Scenari che impongono una rivalutazione dei protocolli di e risposta armata nell'equazione difensiva. L’equazione di un attentato è dinamica. Quanto avvenuto poche ore fa a Barcellona e Cambrils, conferma una pianificazione accurata. La scelta di colpire il piccolo comune spagnolo situato nella comunità autonoma della Catalogna, non è casuale. I terroristi erano ben consapevoli che l’attenzione delle forze di sicurezza spagnole si sarebbe concentrata su Barcellona e sulle principali città della Spagna. Avvenuto un episodio X si attivano determinati protocolli per mettere in sicurezza le aree a rischio e le strutture simbolo di un paese Y. Colpire il paesino, al di là della dinamica, ha pienamente senso. L’attacco multiplo di poche ore fa, conferma quindi l’evoluzione della minaccia che, ad oggi, non ha ancora raggiunto la sua forma finale. Aspettiamoci quindi diversi approcci tattici nei prossimi mesi, attacchi multipli con possibile presenza di IED. La minaccia è ancora ad uno stato embrionale. Il terrorismo è un cancro che si adatta, la minaccia si evolve costantemente. Da rilevare, infine, che nella letterature jihadista pubblica (ne esiste anche una riservata che segue altri canali) non si suggeriscono attacchi multipli. La mutazione specifica sta procedendo secondo altri schemi.

Proteggere una città: il jihadismo di quartiere

E’ possibile fortificare un perimetro contro ogni tipo di minaccia, ma non sarebbe realistico per una città. Si possono collocare dissuasori in un’area specifica, ma è impossibile posizionare blocchi di calcestruzzo ad ogni centimetro della strada di ogni città. E questo è un dato di fatto. In una democrazia libera, quello definito come jihadismo di quartiere, non può essere eliminato totalmente. Si potrà fortificare il perimetro di una piazza, ma i terroristi troveranno sempre una strada, un’area da colpire. I bersagli potenziali sono praticamente infiniti per un profilo di minaccia totalmente imprevedibile. Tuttavia il rischio si può attenuare, rivalutando la sicurezza degli spazi aperti senza trasformare le città in fortezze. Esistono già diversi tipi di protezione (più o meno noti). Le barriere nere intorno al palazzo di Westminster, ad esempio, sono progettate per arrestare un autocarro ad alta velocità. Anche sulla strada di Whitehall ci sono delle barriere, ma sono nascoste alla vista. Tutti gli edifici militari e governativi statunitensi dispongono di strutture resistenti ad attacchi esterni (la velocità di attacco stimata di un tir è di 80 km/h). Il Dipartimento di Stato Usa elenca sul proprio sito le “anti-ram vehicle list”, sistemi di protezione per proteggere i perimetri delle sue ambasciate all’estero. Negli Stati Uniti, camion da 16 tonnellate a vuoto caricati con della sabbia (contromisura ulteriore pensata per attutire la possibile deflagrazione di un ordigno) per un peso di 32 tonnellate, sono periodicamente collocati negli incroci e nei punti strategici lungo i percorsi ritenuti a rischio. In Israele, si utilizzano i carri armati. L’Emirates Stadium dell’Arsenal, inaugurato nel 2006, è un modello di difesa. Le panche in calcestruzzo impediscono ad un veicolo di attraversare il piazzale, mentre le strutture che formano il logo del club costituiscono un ostacolo per i veicoli. Nella ristrutturazione di Times Square, completata dopo circa sei anni di interventi, i progettisti hanno cercato di proteggere i pedoni senza ridurre i marciapiedi. I paletti antisfondamento sono stati concepiti per non alterare il contesto urbano. L’obiettivo è quindi proteggere il pubblico non trasmettendo una mentalità bunker e senza alcuna consapevolezza (mentalità occidentale, non israeliana) che esista un rischio. In ogni caso, le aree affollate vulnerabili dovrebbero essere rese impenetrabili con barriere antisfondamento poiché la sicurezza non può essere ostaggio del politicamente corretto. La tecnologia per creare barriere esteticamente gradevoli con protezioni incorporate nel design esiste. Quelle che alla vista sembrano delle fioriere, ad esempio, nascondono un’anima di calcestruzzo e metallo: sono asset concepiti per inserirsi esteticamente nella vitta di tutti i giorni. Tuttavia, il playbook delle minaccia terrorista è sterminato.

I social come moltiplicatori di forze

L'apertura delle frontiere tra i paesi dell'Unione europea ha portato ad una maggiore libertà di movimento ed un aumento della criminalità transnazionale e delle attività terroristiche. I Paesi dell’Europa non possono più essere esclusivamente preoccupati delle proprie vulnerabilità, ma devono anche essere consapevoli delle minacce. Alti livelli di comunicazione transfrontaliera e raccolta di informazioni sono ora cruciali per impedire il prossimo attentato. In ogni caso, prevenire questi attacchi è difficile. L’Isis lotta per sopravvivere in Siria e in Iraq, mentre ha già spostato il fulcro delle sue attività terroristiche nell’Occidente. Tali tipi di attacchi sono convenienti, poiché possono essere effettuati dagli attivisti non esperti. Per tale motivo, l'apparato di sicurezza dovrà essere aggiornato di conseguenza alla prevenzione di tali attacchi.

Da ricordare infine, che l’Isis utilizza le reti social come moltiplicatore di forze. L’Europa dovrebbe considerare di implementare controlli serrati sulla scena informatica al fine di impedire l'uso terroristico della dimensione virtuale.

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