Polemiche sulla canonizzazione di Junipero Serra. Per la Chiesa un Santo per gli indios un genocida

Prima canonizzazione sul suolo statunitense. Papa Francesco ha scelto Junipero Serra. Gli indios insorgono: ''Non merita l'onore della santità. Ha dato vita al genocidio dei nostri antenati''

Polemiche sulla canonizzazione di Junipero Serra. Per la Chiesa un Santo per gli indios un genocida

Ecco la Storia che ritorna prepotente sulla scena. Questa sera Papa Francesco proclamerà Santo il beato Junipero Serra nel Santuario dell'Immacolata Concezione di Washington. Per la prima volta gli States assisteranno a una messa di canonizzazione sul loro territorio. Venticinque mila fedeli presenzieranno all'evento, di questi 10 mila in piedi, e da tutto il mondo mediatico e religioso, in primis dall'arcivescovo di Washington Donald Wuerl, quello di questa sera è stato definito '' un evento storico''. La Storia appunto, ma in questo caso, la canonizzazione del beato è una vertigine su secoli di conquista e di violenza perchè il nome del francescano, ribattezzato “l'Apostolo della California”, si trascina le orme degli abusi e delle torture commesse ai danni delle popolazioni indigene nord americane. ''Serra ha messo in moto gli inizi di un genocidio culturale'', sono state le parole di Jace Weaver, direttore dell' Insituto degli Studi sugli Indigeni Statunitensi dell'Università della Georgia. E non è stato il solo a indignarsi per la decisione del Pontefice. L'unione delle Tribù Indigene della California in un comunicato ha fatto sapere: ''Le politiche di Serra hanno avviato atrocità nei confronti dei nostri antenati''. E riferendosi al frate francescano hanno aggiunto: ''non si merita l'onore della santità''.

Francesco già aveva chiesto scusa per i peccati e crimini commessi dalla Chiesa durante l'epoca della conquista e dell'evangelizzazione, ma in merito è intervenuto di nuovo Jace Weaver che ha definito false le scuse del Papa se si verifica la canonizzazione di Serra.

Il francescano, originario di Maiorca, giunse a Veracruz in Messico nel 1749 e negli anni che trascorse tra la Baja California e la California, oltre a provvedere a convertire le popolazioni locali, fondò otto delle 21 missioni californiane. L'opera di evangelizzazione fu accompagnata anche dalla diffusione delle malattie europee e un' altra accusa che la storiografia muove nei confronti di Junipero Serra è che adottò l'utilizzo della violenza nei confronti degli indigeni che scappavano o cercavano di abbandonare le missioni. Chi veniva poi catturato era vittima di fustigazioni, incatenamenti e in alcuni casi esecuzioni. Non mancarono neppure rivolte come quella degli indios Kumeyaay che nel 1775 diedero fuoco alla missione di San Diego. Ma la repressione dei missionari ebbe la meglio.

C'è però chi non accetta questo ritratto della figura di Junipero Serra. Il Vaticano già a maggio aveva organizzato incontri sulla figura del francescano spagnolo durante i quali erano intervenute personalità come monsignor Francis J. Weber dell'arcidiocesi di Los Angeles e docente di Storia al Seminario locale, che disse: '' Credo che il Papa veda in lui un ideale di vita missionaria. La gente dell'epoca gia considerava Serra un santo''. E in merito alle violenze gli storici Robert Senkewicz e Rose Marie Beebe hanno così parlato: '' Per i missionari dell'epoca il battesimo, che è un impegno per tutta la vita, implicava la fedeltà alla comunità. Quando i nativi lasciavano la missione senza permesso i missionari inviavano altri indios o militari a recuperarli''.

Diverse visioni oltre che diverse conoscenze e coscienze storiche, ma il dato di fatto è che se nessuno è stato testimone di quello che è avvenuto alla fine del '700, oggi invece tutti sono testimoni di come ci sia chi veneri la figura di Junipero

Serra e chi invece lo dipinga con una corona circondata di svastiche e la scritta “Monster of the Missions”. Proprio com'era ritratto sul manifesto di una donna indigena, che protestava a Los Angeles, davanti alla cattedrale.

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