Stato islamico: primo impiego di una bicicletta bomba in un attentato

Lo Stato islamico utilizza la strategia adottata dall'Esercito Repubblicano Irlandese nel convertire le biciclette in bombe

Stato islamico: primo impiego di una bicicletta bomba in un attentato

Lo Stato islamico ha rivendicato un attentato contro un convoglio militare statunitense a Raqqa, in Siria. Riferendosi all’ordigno esplosivo improvvisato Amaq News, uno dei tre canali Idra dello Stato islamico, ha utilizzato le parole “bike bomb”. Dovrebbe trattarsi della prima riconversione nota di una bicicletta in IED effettuata dallo Stato islamico. La minaccia è in costante evoluzione, non esiste un modello standard.

Cosa è un IED

L'Ordigno Esplosivo Improvvisato (Improvised Explosive Device o IED) utilizzato negli attentati non è progettato per un’onda d’urto letale a causa della piccola quantità di esplosivo utilizzato. Sono i frammenti del suo rivestimento scagliati in tutte le direzioni che provocano i danni maggiori. L’IED incrementa a dismisura il tasso di indeterminatezza nelle operazioni e nei movimenti provocando danni ingenti in termini di vite umane e materiale distrutto.

Anatomia di un IED

L’IED è una bomba come qualsiasi altra solitamente formata da cinque componenti fondamentali. L’alimentatore fornisce energia diretta allo switch per l’attivazione e l’innesco. La sorgente di energia darà tramite un piccolo circuito, la corrente necessaria affinché il detonatore (se elettrico), possa trasmettere un urto detonante alla carica esplosiva. Esplosa la carica primaria, i gas si riscaldano e si espandono rapidamente sotto pressione verso l'esterno. E’ l'espansione a creare onde d'urto che viaggiano mediamente a 488 metri al secondo: la carica esplosiva, sottoposta ad urto detonante, inizia a trasformarsi, generando gas ad altissima pressione e temperatura. Tale detonazione, imprime la stessa velocità di reazione all'involucro e/o agli oggetti precedentemente fissati allo stesso (chiodi, sfere, bulloni ecc.). Nel rapporto ideale soggetto-IED, il tipo e l'entità del danno dipende dalla posizione della persona rispetto all’ordigno. Le variabili del contesto generano scenari imprevedibili ed una letalità superiore al raggio dell’evento primario. La variabile solitamente è data dall'entità dell'ordigno per dimensioni, forma, quantità di esplosivo utilizzato, tipologia e oggetti collegati ad esso. Altra variabile è l'intasamento. Intasare una carica aumenta il potere della stessa: metterla sotto terra, nell'angolo di una struttura. L'acqua è il miglior mezzo per intasare. Da associare anche il risultato di una detonazione. Quest’ultima comporta lo sviluppo di gas ad altissima pressione, velocità e temperatura, i quali creano inoltre un'onda d'urto (principale e retrograda) che porta a sconquassare qualsiasi cosa che trova nel suo campo d'azione. Per definizione, negli Ordigni Esplosivi Improvvisati diventa fondamentale la preparazione specifica e la fantasia di colui che pensa e realizza l’ordigno. L’IED può essere riposto in un contenitore con al suo interno ulteriori componenti imballati come chiodi, bulloni o cuscinetti a sfera, così come avvenuto nell’attentato di San Pietroburgo. L’interruzione momentanea dei servizi ed il caos generato dall’esplosione infine, ritardano i soccorsi. L’impiego degli IED negli attentati è concepito per generare scenari concentrici imprevedibili. Gli IED sono un asset che provengono direttamente dalla guerriglia non convenzionale e si basano sul criterio del “poco esplosivo, massima trasportabilità, elevato effetto”.

VBIED di livello I

Con il termine VBIED, acronimo per Vehicle Borne Improvised Explosive Device, intendiamo tecnicamente un Ordigno Esplosivo Improvvisato su un mezzo ruotato. Tale iterazione, esplosivo-mezzo, è considerata di livello I. In quanto statica, non presuppone la presenza di un attentatore suicida a bordo, ma di un semplice autista che abbandona il mezzo nella posizione prescelta. Non associati ad operazioni suicide, questi mezzi di livello I, sono stati ampiamente utilizzati in tutto il mondo, soprattutto in Occidente. L’efficacia di un attentato con VBIED di livello I può essere ulteriormente massimizzata con la presenza di dispositivi secondari a tempo cosi da infliggere perdite anche alle forze militari e di soccorso giunte sulle aree adiacenti dopo la prima detonazione. Per oltre 70 anni (tra gli ultimi quelli delle World Trade Towers nel 1993 ed Oklahoma City nel 1995), i sistemi VBIED di livello I, associati ad una maggiore flessibilità operativa dei sistemi di attivazione, sono stati utilizzati con mortale efficacia. Contro la minaccia di livello I, la possibile permanenza prolungata sul luogo prescelto per la detonazione e l’eccessivo carico rispetto alla portata standard del mezzo.

Ordigno Esplosivo Improvvisato: Bike bomb

Gli Ordigni Esplosivi Improvvisati sono dispositivi costruiti artigianalmente utilizzando anche materiale di derivazione bellica dove diventa fondamentale la preparazione specifica e la fantasia di colui che pensa e realizza il sistema d'arma. Il vero IED è la mente dell’uomo. Il terrorismo è innovazione, adattamento. Le biciclette così come i giocattoli forniscono un metodo poco costoso per nascondere, trasportare e posizionare gli IED. Il loro aspetto non minaccioso può essere utilizzato dai terroristi per penetrare una specifica area. La funzione primaria di tali sistemi esplosivi improvvisati è anti-persona, destinata a ferire procurando danni permanenti, rispolverando il concetto tattico di moltiplicatore di forze delle mine. L'idea alla base della bike bomb è quella di creare un piccolo dispositivo esplosivo portatile ben sigillato in grado di moltiplicare esponenzialmente i gas in rapida espansione al suo interno. Sono asset espressamente concepiti per l’impiego urbano in aree ad alta densità. Nella bike bomb l’esplosivo come TNT, Semtex o PETN è collocato all’interno del telaio metallico della bicicletta (o dentro le borse da sella anche se queste ultime possono destare sospetti) così da creare una pressione sufficiente per superare la resistenza del rivestimento. Al suo interno il fusibile elettrico per l’innesco collegato con un filo al timer alimentato da batterie. Nella bike bomb il detonatore è solitamente ubicato nel sedile. Raramente sulle biciclette bomba è collocato del materiale aggiuntivo per la proiezione di frammenti di metallo, plastica o vetro: E’ la frammentazione del tubo stesso a creare delle schegge potenzialmente letali. Ecco perché le bike bomb sono solitamente abbandonate davanti le vetrine dei negozi, a ridosso dei passaggi pedonali o fissate alle ringhiere dei parcheggi.

Bike Bomb: Il PETN

Le forze militari di tutto il mondo così come le compagnie minerarie commerciali utilizzano il PETN, sviluppato dagli scienziati tedeschi nel 1894. Relativamente facile da ottenere, è stato particolarmente popolare tra i terroristi a causa della difficoltà nel rilevarlo dalle tipiche macchine a raggi X degli aeroporti. Più sensibile del TNT, il PETN è utilizzato come carica primaria nei detonatori. Essendo economico viene utilizzato anche dalle imprese di demolizione. Largamente impiegato come esplosivo durante la Seconda guerra mondiale, è uno degli esplosivi più potenti finora prodotti, paragonabile all’RDX e all'HMX. Relativamente stabile, non richiede particolari precauzioni come quelle necessarie per la glicerina. Nel fallito attentato sul volo Delta Amsterdam-Detroit nel dicembre del 2009, il nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab trasportò a bordo diversi flaconi di PETN.

Decine di guide sulla rete, ma delle bike bomb non vi è traccia

Ad oggi la letteratura pubblica dello Stato islamico non ha mai menzionato le bike bomb. Sulla rete si trovano decine di guide entry level ufficiali per realizzare IED, ma l’iterazione esplosivo-bicicletta non risulta nella letteratura pubblica ufficiale. Sappiamo che oltre alla letteratura ufficiale esiste un altro filone riservato che segue altri canali. Sarebbe fin troppo stupido credere che i terroristi comunichino al mondo e regolarmente le proprie linee guida e le tattiche da utilizzare. Il secondo filone letterario, che segue una certa ciclicità, conterrebbe meno contenuti propagandistici e maggiori dettagli tattici rispetto alle pubblicazioni standard. Ad esempio. Contrariamente al mito urbano anche sul TAPT (madre di Satana), non esiste guida scritta sulla letteratura pubblica. Utilizzato dai jihadisti in tutto il mondo, da Parigi e Bruxelles, dalla Siria all’Iraq, il TATP è l’esplosivo primario per i terroristi dello Stato Islamico. Scoperto alla fine del 19 ° secolo da un chimico tedesco, il TATP è un esplosivo fatto in casa mescolando precise ed esatte quantità di acetone, acqua ossigenata e acido solforico, cloridrico o nitrico, tutti facilmente reperibili nei negozi. E’ necessario più di un tutorial online per apprendere come combinare esattamente gli ingredienti ed in quali specifiche condizione di sicurezza.

Ritorna la tattica dell’IRA

Il primo impiego urbano di una bike bomb è stato condotto dall’Irish Republican Army a Coventry, nelle Midlands Occidentali, il 25 agosto del 1939. Una bomba di 2,3 kg fu riposta nel cestino di una bicicletta da passeggio parcheggiata sul marciapiede antistante il negozio di Astley, nella trafficata zona di Broadgate, a Coventry. La bomba uccise cinque persone provocando oltre settanta i feriti. L’IRA ha poi costantemente affinato il sistema bike bomb utilizzando le borse da sella per trasportare l’esplosivo. L’ultimo stadio raggiunto dall’IRA era quello di riempire il telaio delle bici con dell’esplosivo e saldare il tutto rendendole di fatto degli IED insospettabili.

La strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese invocata dallo Stato islamico

In un preciso passaggio di Give Glad Tidings to the Patient, il leader dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi invoca la strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese adottata in Gran Bretagna per colpire l’Occidente.

Give Glad Tidings to the Patient

Give Glad Tidings to the Patient, che potremmo tradurre in “Dà la Buona Novella a Coloro che Perseverano”, è la citazione del verso 155 della Surah Al-Baqarah (And We will surely test you with something of fear and hunger and a loss of wealth and lives and fruits, but give good tidings to the patient). Il messaggio è stato diffuso sulla rete il 22 agosto scorso per celebrare la festa musulmana di Eid al-Adha. L’ultimo messaggio di Abu Bakr al-Baghdadi risaliva al 28 settembre dello scorso anno. Give Glad Tidings to the Patient, simile nel tono, nella lingua e nelle esortazioni a quello dello scorso anno, è stato pubblicato da Al-Furqan Media, ala mediatica del gruppo utilizzata per la diffusione dei monologhi audio della leadership del movimento. L'ultimo messaggio audio diffuso da Al-Furqan risale al 22 aprile scorso. Intitolato "So From Their Guidance Take An Example” (Quindi dalla Loro Guida prendi Esempio) è stato letto da Abul-Hasan Al-Muhajir, portavoce dello Stato islamico.

Nella prima parte di Give Glad Tidings to the Patient, al-Baghdadi si rivolge in prevalenza ai sunniti in Iraq ed in Siria. Nella seconda affronta il declino dell’America. Nella terza ed ultima parte, infine, al-Baghdadi invoca attacchi contro i Crociati. Al-Baghdadi, inoltre, ribadisce il valore della propaganda dello Stato islamico, definendo i Media Operative come Mujaheddin. Non invoca attacchi contro i media center infedeli (come fece lo scorso anno), ma esalta i Mujaheddin della rete.

Le parole di al-Baghdadi

Il linguaggio è strumento di influenza, con forme metriche strutturate per riflettere la visione di una realtà. E' il linguaggio a definire le azioni accessibili e delegittimare le altre percezioni del mondo. La strategia linguistica dello Stato islamico si basa sul concetto dogmatico della giustizia divina che motiva e azioni in vita. E’ l’interpretazione che motiva l’omicidio, inteso come obbligo sacro. Le azioni fisiche sono soltanto il mezzo per raggiungere l’obiettivo spirituale. Oltre alle necessità operative contestuali, negli ultimi mesi lo Stato Islamico ha ordinato ai suoi migliori esperti di concentrare le risorse per rispondere ad al Qaeda, ritornata con prepotenza e capacità sulla rete con opere molto raffinate ed incisive. Lo Stato islamico si sarebbe reso conto dell'inefficacia dei Media Operative, orfani di una costante linea strategica di riferimento come ad esempio avvenuto durante il Ramadan o i Mondiali di Russia (mai attenzionati dall'organizzazione centrale). La propaganda è essenziale per la sopravvivenza dello Stato islamico sia come gruppo che come idea per coltivare quella profondità strategica digitale. È un meccanismo prezioso con il quale far valere l’acquiescenza nel suo proto-Stato ed un’arma penetrante con cui affermare la propria egemonia terroristica all’estero. Negli anni a venire, servirà come bandiera attorno alla quale i veri credenti del califfato si raduneranno, una volta perduti i territori.

Il passaggio sull’IRA: “Un attacco in Occidente equivale a mille in Medio Oriente”

“Fateli correre dalla paura. Inseguiteli, colpiteli. Strappate loro il cuore e le ali. Utilizzate ogni cosa in vostro possesso: armi da fuoco, coltelli, falciateli con le auto. Abbiamo già colpito gli Stati Uniti, l’Europa ed il Canada. Continuate a versare il loro sangue sulle strade. Un attacco in Occidente equivale a mille in Medio Oriente”. E' il solo messaggio ufficiale dello Stato islamico ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti per attacchi pianificati e su larga scala. Da circa tre mesi, la propaganda jihadista sta concentrando gli sforzi nel promuovere attacchi suicidi effettuati da bambini. Tuttavia nel suo ultimo discorso, al-Baghdadi si riferisce specificatamente ai soldati sparsi per il globo e non ai distaccamenti. Si tratta di una precisazione fondamentale e senza precedenti poiché tali appelli erano rivolti soltanto dall'ex portavoce del movimento, mai dal loro califfo. Abu Bakr al-Baghdadi si riferisce ad Abu Muhammad al-Adnani, senza mai citarlo.

L'importanza di Abu Muhammad al-Adnani

Abu Mohammad al-Adnani, portavoce dell’Isis ucciso il 30 agosto del 2016, nella primavera del 2014 annunciò una direttiva rivolta ai militanti sparsi nel mondo: “Quanti non sono in grado di realizzare un IED, potranno sempre spaccare la testa dei crociati con una pietra, macellarli con un coltello o travolgerli con l’auto”. Proprio al portavoce dell’Isis si deve la prima reinterpretazione della teologia islamica. Al-Adnani ha gettato le basi della nuova mentalità radicale islamista sostenendo la liceità e la natura obbligatoria della jihad nel Ramadan, definito il “mese di conquista”. Nel suo primo discorso, Abu Mohammed al-Adnani ha decontestualizzato le classiche prescrizioni del Corano per garantire un supporto religioso ad omicidi e missioni di martirio.

Lo Stato islamico invoca la tattica dell’IRA

La violenza utilizzata come dimensione comunicativa

L'autore del testo letto da al-Baghdadi invoca chiaramente la tattica dell’IRA. Al-Baghdadi legge testualmente: "Un attacco in Occidente equivale a mille in Medio Oriente". Si tratta della strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese adottata in Gran Bretagna. In termini di propaganda, i nazionalisti irlandesi avevano intuito che una bomba in Gran Bretagna ne valeva cento in Irlanda del Nord. Un soldato britannico ucciso valeva dieci poliziotti dell'Irlanda del Nord. Lo Stato islamico è perfettamente consapevole che un attentato in Occidente riceve una particolare copertura mediatica rispetto ad una strage in Siria, Iraq, Yemen o Afghanistan. Se l’attentato in Occidente avvenisse in una particolare finestra temporale (a breve termine abbiamo Halloween, 1/2 novembre, il Thanksgiving Day, il Black Friday ed il periodo natalizio), la profondità strategica digitale sarebbe assicurata da una persistente copertura mediatica globale (senza controllo nella maggior parte dei casi). In quel caso, a differenza della subdola ed immediata rivendicazione di Trappes, lo Stato islamico dimostrerebbe al mondo che l'autorità del messaggio di al-Baghdadi, un ordine d’attacco per operazioni globali contro l'Occidente. Per esigenze strategiche e propagandistiche, lo Stato islamico necessita di tale conferma.

Lo Stato islamico non è l’IRA

La minaccia rappresentata dal terrorismo estremista islamista è molto diversa dal conflitto dell'Irlanda del Nord. L'ideologia è diversa, molto più estrema. La minaccia è diversa. La formazione era diversa: al cospetto del livello tecnologico raggiunto dall’IRA negli IED, lo Stato islamico è composto da dilettanti. Ed ancora. La diffusione geografica è più ampia. Il reclutamento è su un livello completamente diverso. nazionalisti irlandesi volevano vivere in uno stato democratico governato da Dublino e non da Londra. In ogni caso Belfast non è mai diventata Damasco, Baghdad o Kabul.

Terroristi, patrioti e combattenti della libertà

L'obiettivo principale di un attentato è quello di suscitare la paura nella popolazione colpendo un target. I terroristi instillano la paura sfruttando la copertura mediatica intesi come moltiplicatori di forze nel tempo. L’obiettivo di un attacco terroristico è quindi simbolico, raramente strategico. La violenza intenzionale è utilizzata per pubblicizzare l’attentato, concentrare l'attenzione sui problemi sostenuti da un gruppo che sono stati ignorati o meno apprezzati dagli altri. Il terrorismo funge quindi da atto comunicativo. La violenza è un classico esempio di propaganda armata. Ad esempio per i nazionalisti irlandesi, durante l'interludio settario noto come The Troubles, la loro violenza era una risposta legittima alle politiche anti-cattoliche britanniche ed alla presenza continua in Irlanda. I nazionalisti irlandesi credevano di proteggere la comunità cattolica locale, scegliendo specificatamente i bersagli. L’IRA era consapevole del modo in cui vendere la violenza. I soft target prescelti avevano solo un fine: dimostrare che l'Irlanda del Nord era ingovernabile. L'IRA aveva un obiettivo specifico: porre fine al dominio britannico. Un obiettivo che molti soggetti (come le colonie americane) in tutto il mondo hanno cercato e raggiunto. Tuttavia nel loro presunto ruolo di difensori della comunità cattolica, i nazionalisti irlandesi ne uccisero più dei loro avversari (circa 650 vittime dell'IRA erano passanti innocenti, non membri delle forze di sicurezza), danneggiando e non promuovendo la loro causa che si basava proprio sul sostegno della collettività.

La violenza è un classico esempio di propaganda armata. L'obiettivo principale di un attentato è quello di suscitare la paura nella popolazione colpendo un target. I terroristi instillano la paura sfruttando la copertura mediatica intesi come moltiplicatori di forze nel tempo. L’obiettivo di un attacco terroristico è quindi simbolico, raramente strategico. La violenza intenzionale è utilizzata per pubblicizzare l’attentato, concentrare l'attenzione sui problemi sostenuti da un gruppo che sono stati ignorati o meno apprezzati dagli altri. Il terrorismo funge quindi da atto comunicativo. Il terrorismo è un fenomeno lucidamente razionale, all'interno di una più ampia strategia di comunicazione politica coercitiva, dove la violenza viene usata nella deliberata creazione di un senso di paura per influenzare un comportamento e un determinato gruppo di destinatari. L'illusione di una tattica indiscriminata è essenziale per colpire psicologicamente coloro che sono sfuggite alle conseguenze fisiche di un attacco terroristico. Queste risposte comportamentali per massimizzare l'utilità negli ambienti strategici dinamici, sono riconducibili ad una logica strumentale alla base dei piani di azione. La razionalità procedurale spiega come il terrorismo è il prodotto di un'analisi logica del costo-beneficio, dell'utilità prevista e delle strategie coercitive all'interno di una serie limitata di opzioni disponibili per i gruppi politici non statali. Possiamo quindi affermare che l’attentato terroristico in se è un’azione razionale sorprendente che bilancia immediatamente le forze con il nemico (lo Stato) in un arco temporale strettamente limitato.

Negoziare con l'IRA non era solo politicamente sgradevole, era quasi inconcepibile. All'apparenza una soluzione pacifica sembrava impossibile, tuttavia il governo del Regno Unito e l'IRA erano in trattative segrete fin dagli anni '80, culminate con il Belfast Agreement o Accordo del Venerdì Santo siglato il 10 aprile del 1998. Il processo di pace ha funzionato in parte perché ha permesso ai repubblicani di continuare a perseguire pacificamente i loro obiettivi attraverso la politica, invece di abbandonarli del tutto. Oggi, gli uomini e le donne dell'IRA che hanno trascorso del tempo in prigione per attività terroristiche servono nel governo dell'Irlanda del Nord. Il pervasivo senso di paura e pregiudizio nei confronti degli irlandesi nel Regno Unito si è in gran parte dissipato. Gli obiettivi dell'attuale generazione di estremisti islamisti sono molto più nebulosi, le loro ambizioni più globali. Dalle azioni e ideologie violente, intolleranti e repressive dello Stato islamico, i loro obiettivi sembrano difficilmente risolvibili attraverso un processo pacifico e democratico. Abu Bakr al-Baghdadi non siederà mai al tavolo delle trattative con la Gran Bretagna o qualsiasi altra potenza occidentale.

Pensare come i terroristi: immaginare l’inimmaginabile

Dobbiamo concepire gli attentati come organismi adattabili ed in costante mutazione, non come strutture fisse. Ciò significa che l’attuale visione di sicurezza urbana potrebbe già essere obsoleta poiché l’approccio tattico è dinamico. Nella maggior parte dei casi, le città occidentali presentano una singola linea perimetrale statica concepita per arrestare la potenza bruta dei mezzi pesanti. Tuttavia i bersagli potenziali sarebbero praticamente infiniti per un profilo di minaccia totalmente imprevedibile. Poiché l’ambiente operativo è complesso sarebbe opportuno predisporre il necessario processo di adattamento militare senza cui potrebbero esserci nel prossimo futuro gravi conseguenze. Ecco perché l'esigenza di una mentalità di difesa dinamica per colmare l'imagination gap. È proprio quell’incapacità di immaginare l’inimmaginabile che continua, ancora oggi, a minare gli sforzi nell’elaborare una efficace prevenzione.

Il jihadismo di quartiere non potrà mai essere eliminato totalmente considerando lo sterminato playbook delle minaccia terrorista. Il rischio però si può attenuare, rivalutando la sicurezza degli spazi aperti senza trasformare le città in fortezze. Così come i terroristi, è essenziale immaginare l’inimmaginabile.

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