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Al Qaeda pubblica il secondo numero della rivista One Ummah

Al Qaeda afferma che esiste una sola comunità musulmana ed è quella guidata da Ayman al-Zawahiri

Al Qaeda pubblica il secondo numero della rivista One Ummah

Pochi minuti fa, il canale responsabile di tutte le comunicazioni ufficiali del comando centrale di al Qaeda ha pubblicato il secondo numero della rivista One Ummah. Nessun riferimento alla presunta morte di Hamza bin Laden.

Al Qaeda, One Ummah

Il primo numero del nuovo magazine di al Qaeda è stato pubblicato il 5 aprile scorso: 42 pagine con breve editoriale di al Zawahiri in apertura. Il leader di al Qaeda predicava l'unità jihadista:"i mujahedeen devono porre fine ai battibecchi interni, correggere gli errori compiuti e ritrovare la fiducia".

Il secondo numero di One Ummah consta di ben 133 pagine di propaganda jihadista. Linguaggio semplice e calibrato per un pubblico ampio. Svariati temi affrontati, sia storici che di attualità. Si va dallo scontro tra Iran e Stati Uniti, alla situazione in Turchia ed Afghanistan. Dalla pubblicità per i video di al Zawahiri alle minacce presenti della rete. Segue poi un lungo approfondimento dedicato agli Stati Uniti. Gli autori di One Ummah affrontano le ripercussioni dell'11 settembre sull'economia americana, citando più volte Osama bin Laden. E' un testo molto simile a quello pubblicato il 24 dicembre del 2014 nel numero invernale della defunta rivista Inspire. Al Qaeda, infatti, spiegava che l’attentato in se non deve essere visto come la semplice detonazione di un ordigno, ma come uno strumento che possa danneggiare l’economia del nemico. Quel numero divenne famoso per la teoria della Neurotmesi: tagliare i nervi e isolare la testa dal corpo. “Dobbiamo essere innovativi e creativi nell’inventare nuovi modi per colpire l’economia occidentale e maestri nella scelta degli obiettivi più efficaci”. Nel secondo numero di One Ummah anche un accorato appello al "modo giusto di crescere i figli". "Molti musulmani affidano i propri figli ad un giocattolo, ad un cartone animato o ad un videogame scaricato da internet". Al Qaeda tiene a precisare che "la rete nasconde molte insidie (citato Blue Whale) come la pornografia". Il testo si conclude con un attacco rivolto ai film dei supereroi: "deviano la mente del bambino".

"Più della metà della battaglia è nel campo mediatico"

Merita particolare attenzione l'approfondimento a pagina 107 dal titolo in "La Jihad contemporanea tra due approcci: Azzam e bin Laden". E' un testo scritto con una certa competenza. L'autore analizza le teorie giurisprudenziali, i punti nodali, la formazione e la percezione dei due terroristi. Merita una lettura approfondita.

"Azzam era un giurista, bin Laden un comandante sul campo. Entrambi sono stati scelti da Dio per liberarci dalla dominazione infedele In Oriente ed Occidente".

Al terrorista Abdullah Yusuf Azzam, il padre della jihad globale, si deve la giustificazione teologica per l’utilizzo delle donne in battaglia. Anche nel primo numero erano numerosi i riferimenti ad Osama bin Laden ed Abdullah Azzam. Un tentativo di di attrarre gli elementi veterani non più affiliati ad una particolare autorità jihadista dopo la fine del ciclo fisico dello Stato islamico in Siria e Iraq. Al-Zawahiri sfrutta la visibilità di bin Laden per fini strategici, nel tentativo di contrastare la ritrovata popolarità di al-Baghdadi. One Ummah sottolinea ancora una volta l'importanza dei media per al Qaeda e la guerra ideologica dei gruppi estremisti. Al-Zawahiri ben conosce l'importanza della profondità strategica digitale. È sua la frase "più della metà della battaglia è nel campo mediatico".

L'attuale modus operandi delle due principali organizzazioni terroristiche

Prendiamo a riferimento gli attentati avvenuti negli ultimi sei mesi. Dove sono avvenuti? Principalmente nei paesi a maggioranza musulmana dove c'è una forte opposizione al governo.

Sotto l'ombrello della ideologia globale, la campagna di espansione di al Qaeda e dello Stato islamico si sta concentrando sulle diverse questioni locali delle varie province, a cui è affidata ampia libertà di azione. Stato islamico ed al Qaeda stanno seguendo, pedissequamente, le strategie elaborate dai principali pensatori jihadisti: Abu Bakr Naji, Abu Abdullah al-Muhajir ed Abu Musab al-Suri

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