Quattro piccole unità della Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica hanno condotto un’intercettazione ad alta velocità contro il cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke, USS Nitze, nei pressi dello Stretto di Hormuz. L’intercettazione è avvenuta martedì scorso, ma la notizia dell’incidente è stata comunicata poche ore fa dalla US Navy che ha rilasciato foto e video dell’episodio.
Il DDG-94 USS Nitze si trovava in navigazione in acque internazionali per un transito di routine, nei pressi dello Stretto di Hormuz e seguito a poca distanza da un altro cacciatorpediniere lanciamissili, l’USS Mason, quando rileva quattro piccole imbarcazioni del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica che procedono in rotta di intercettazione ad alta velocità.
Il Nitze – secondo quanto comunicano dalla US Navy – tenta per dodici volte di contattare via radio le unità iraniane che non cambiano rotta. Il cacciatorpediniere statunitense, secondo procedura, effettua diverse segnalazioni riconosciute a livello internazionale, non ricevendo mai alcuna risposta. L’equipaggio del Nitze lancia anche dieci razzi di segnalazione. Anche questo tentativo si rileverà inutile. Il capitano dell’unità americana decide allora di cambiare rotta, nonostante fossero presenti nell’area diverse piattaforme petrolifere off-shore. Le unità iraniane procedono in rotta di intercettazione verso l’USS Nitze spingendosi ad una distanza di circa 250 metri dall’unità, prima di virare e ritornare alla base.
Incidente non sicuro e non professionale – commentano dal NAVCENT, Naval Forces Central Command – le unità iraniane non hanno rispettato il diritto internazionale.
"Azioni del genere possono portare ad un'escalation e ad errori di calcolo che possono richiedere misure difensive aggiuntive. I comandanti hanno l'obbligo intrinseco all’autodifesa.
La Marina americana continua a rimanere vigile ed è addestrata per rispondere in modo professionale a tutte le interazioni".Secondo NAVCENT, dal 2015 ad oggi, il 10% delle interazioni con gli iraniani sono state non sicure e non professionali. Un quinto del flusso di approvvigionamento di petrolio del mondo, passa dallo Stretto di Hormuz.
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