Theresa May è il nuovo primo ministro del Regno Unito

Theresa May è la nuova premier del Regno Unito, la seconda donna al governo dopo Margareth Thatcher. La regina Elisabetta le ha conferito l'incarico a Buckingham Palace

Da Twitter
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Theresa May è il nuovo premier britannico. La leader dei Conservatori, accompagnata dal marito Philip, si è recata a Buckingham Palace per ricevere dalla regina Elisabetta II l'incarico di formare un nuovo governo. Poco prima la sovrana aveva incontrato il premier dimissionario David Cameron e aveva formalmente accettato le sue dimissioni. In serata le prime nomine di governo da parte della nuova premier, la seconda donna alla guida dell'esecutivo britannico, dopo Margaret Thatcher.

La May, 59 anni, ha davanti a sé un compito arduo: non solo mettere in moto la Brexit (contro la quale lei, euroscettica, si è battuta) e ricucire la profonda divisione nel Paese. Ministro dell’Interno del governo conservatore uscente, May entra a Downing Street tre settimane dopo il voto dei britannici per uscire dall’Ue.

Figlia di un pastore anglicano del Sussex, la May proviene, come già la lady di ferro, da un ambiente molto più modesto di quello dei tanti uomini educati a Eton e Oxford che circondano l'ex primo ministro Cameron. Anche la May, che ha studiato nelle scuole statali, è stata a Oxford, ma grazie ad una borsa di studio. Prima di entrare in politica come deputato conservatore nel 1997, lavorava alla banca d'Inghilterra.

Ministro dell'Interno dal 2010, ha ottenuto molta notorietà nel 2013 quando è riuscita ad espellere dal Paese l'imam radicale Abu Qatada, ma è stata criticata per non aver mantenuto la promessa del governo di portare il numero netto degli immigrati sotto i 100mila l'anno.

Schierata a favore del Remain al referendum sulla Brexit, ha assicurato che rispetterà l'esito della consultazione portando la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea ed ha escluso elezioni anticipate. Ritiene che la richiesta formale di uscita dall'Ue non potrà arrivare prima della fine dell'anno, per avere il tempo di definire la posizione britannica nel negoziato. In quest'ambito, May ha precisato che lo status dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna farà parte delle trattative, senza garantire quindi che possano rimanere.

Sostenitrice della modernizzazione del partito conservatore, la May ha sempre spinto per una maggior presenza femminile fra i deputati Tories. Oggi promette di unificare il partito e il Paese dopo lo shock della Brexit e di mettere il suo partito "al servizio della gente che lavora". Considerata una "tosta", per il Guardian può essere paragonata ad una preside che mantiene la
calma davanti ad una classe di allievi turbolenti.

"Sarò al servizio della gente che lavora"

Al suo arrivo a Downing Street la nuova premier britannica ha tracciato un breve programma dell'esecutivo che andrà a formare nelle prossime ore. Le priorità del governo saranno rivolte "non ai potenti, ai ricchi e ai privilegiati", ma alla gente che lavora, ha detto May, dedicando alcuni passaggi del suo discorso alle famiglie "working class". La vera eredità di Cameron, ha sottolineato la nuova premier nel rendere omaggio al suo predecessore, non è sull'economia, ricostruita dopo la grande crisi degli ultimi anni, ma "sulla giustizia sociale". Quindi, ha aggiunto, "seguirò i suoi passi".

Il Regno Unito, ha ricordato May, si trova ad affrontare delle "sfide reali", specialmente dopo il referendum sull'uscita dalla Ue. Ma il Paese, ha aggiunto, saprà "uscirne fuori con successo", come ha sempre fatto nel suo passato, conquistandosi un "ruolo coraggioso e positivo" nel mondo. La mia ambizione, ha concluso, è costruire una "Gran Bretagna migliore".

Boris Johnson ministro degli Esteri

Nella nuova compagine di governo entra a far parte anche l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, capofila dei filo-Brexit al referendum del 23 giugno.

Per lui l'incartico di ministro degli Esteri, al posto di Philip Hammond, nuovo Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito. Amber Rudd, già ministro dell’Energia, dovrebbe andare all’Home Office, il dicastero dell’Interno. Alla Difesa attesa la conferma di Michael Fallon. David Davis sarà ministro per la Brexit.

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