Mandati d'arresto contro Sözcü, giornale dell'opposizione turca

Proprietario e tre membri dello staff nel mirino. "Aiutarono la rete gulenista"

Mandati d'arresto contro Sözcü, giornale dell'opposizione turca

Ancora una volta nel mirino delle autorità in Turchia finisce un quotidiano dell'opposizione. A ottobre dello scorso anno era toccato a Cumhuriyet, con l'arresto di un manipolo di giornalisti che si trovano tuttora in carcere. Ora è il turno di Sözcü, giornale iper-kemalista nato nel 2007 e primo per diffusione tra quelli che propongono una visione alternativa rispetto a quella della stampa pro-governativa.

Sono quattro i mandati d'arresto spiccati, che vanno a raggiungere il proprietario del quotidiano, Burak Akbay e tre membri dello staff: la direttrice del sito web Mediha Olgun, il corrispondente da Smirne Gökmen Ulu e la responsabile dell'amministrazione Yonca Kaleli.

"Akbay è in fuga", ha accusato il procuratore generale di Istanbul, İrfan Fidan, in riferimento al fatto che il proprietario del giornale si trova al momento all'estero. Un'accusa che lui nega, aggiungendo di essere stato in Turchia ben due volte nelle ultime sei settimane. L'abitazione di Ulu era già stata perquisita quando i legali del quotidiano chiarivano di non avere ancora ricevuto alcuna notifica dei mandati d'arresto, annunciati in un articolo del filo-governativo Sabah.

"Sözcü ha trovato Erdoğan"

Sozcu arresti

"Non ci faremo mettere a tacere", la risposta di Sözcü alle accuse di avere legami con la rete di Fethullah Gülen, ritenuta responsabile del colpo di Stato fallito lo scorso anno, e di avere "facilitato l'attacco armato contro il presidente". Nello specifico i mandati sono stati spiccati perché il quotidiano pubblicò in un articolo del 15 luglio il nome e le foto dell'hotel di Marmaris, sulla costa egea, dove il presidente Recep Tayyip Erdoğan si trovava in vacanza.

La notte dello stesso giorno, un gruppo di militari golpisti, ora accusati di avere cercato di uccidere Erdoğan, arrivò nella località di villeggiatura, un'ora dopo che se n'era andato. Poco dopo la mezzanotte il Presidente scendeva, illeso, dal suo aereo a Istanbul.

"Siamo di fronte a un agire da dittatura - ha commentato Kemal Kılıçdaroğlu, leader del Chp, principale partito d'opposizione -. Un'azione contro Sözcü è un'azione contro la Turchia stessa". Il compagno di partito Sezgin Tanrıkulu ha aggiunto che "la data scelta è molto significativa, un messaggio a laici e repubblicani". Il 19 maggio, in Turchia, è la festa di Ataturk, della gioventù e dello sport, in cui si commemora lo sbarco a Samsun del padre della moderna repubblica, considerato come l'inizio della guerra che portò il Paese all'indipendenza.

Gli arresti di oggi sono solo gli ultimi di una lunga serie.

Secondo P24, piattaforma che si occupa del monitoraggio dello stato di salute della stampa, sono 165 i giornalisti che si trovano attualmente in carcere, con la Turchia saldamente in testa alla poco lodevole classifica dei Paesi che più incarcerano chi fa informazione. Di oggi la notizia della detenzione di Pınar Gayıp, dell'agenzia Etha, mentre un rapporto dell'Associazione dei giornalisti (Tgc) parla di 123 colleghi "in fuga" all'estero. Decine le testate chiuse da luglio.

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