Autobomba contro polizia nel SudEst della Turchia: 11 morti

Ancora morti nell'area meridionale del Paese. E continuano le operazioni in Siria

Autobomba contro polizia nel SudEst della Turchia: 11 morti

Procede come un incessante stillicidio la serie di attentati che da oltre un anno funesta il Sud est della Turchia, dove il Pkk ha imbracciato nuovamente le armi, riaccendendo un conflitto contro lo Stato che dura da tre decenni.

Questa volta a pagare il prezzo è Cizre, nella provincia di Sirnak. L'ultimo bilancio diffuso dall'emittente privata turca Ntv parla di undici poliziotti morti e 78 persone rimaste ferite in un attacco che ha colpito un posto di blocco a circa cinquanta metri dalla sede locale della polizia.

Per colpire è stato utilizzato un grosso automezzo imbottito d'esplosivo, che ha devastato il vicino edificio della polizia. Le foto diffuse sui social network, prima che lo Stato chiedesse ai media di non pubblicare foto, video e informazioni su quanto accaduto, mostrano un palazzo completamente distrutto.

Una rivendicazione ufficiale dell'attacco è arrivata alcune ore dopo l'attacco, ma erano pochi i dubbi sulle responsabilità del Partito dei lavoratori curdi, considerato un'organizzazione terroristica dalla Turchia e che continua a portare avanti un conflitto a bassa intensità che, unitamente alle operazioni dello Stato, sta causando molti morti.

Proprio a Cizre, durante l'ultimo anno, è stata lanciata un'operazione di polizia che ha causato vittime e ingenti danni alla città. A maggio di quest'anno le Nazioni Unite hanno chiesto indagini trasparenti, citando "rapporti allarmanti su violazioni che sarebbero state commesse dall'esercito turco e dalle forze di polizia nel SudEst".

Il numero delle vittime dal luglio 2015, secondo dati controllati e diffusi dall'International Crisis Group e aggiornati a pochi giorni fa, ha toccato quota 1.902. Quasi 1.400 le vittime tra militanti, membri delle forze armate e della polizia. Giovedì scorso tre attacchi sono stati realizzati in meno di 24 ore, colpendo le città di Van, Elazig e Bitlis.

La guerra della Turchia contro i curdi del Pkk non si limita alle operazione nel SudEst. Dopo diversi giorni di preparativi, le forze turche hanno dato il via all'operazione Scudo dell'Eufrate nel nord della Siria.

Penetrate nel Paese a sostegno delle milizie ribelli, le forze di Ankara hanno preso la città di Jarablus - abbandonata dall'Isis in una ritirata strategica - e puntano a contenere l'avanzata delle Ypg/Ypj, le milizie curde siriane legate al Pkk, che controllano già centinaia di chilometri di confine e che per i turchi rappresentano uno scomodo vicino di casa.

Approfittando di una visita del vicepresidente americano Joe Biden, Turchia e Stati Uniti hanno annunciato congiuntamente quello che dalle forze curde è stato percepito come un tradimento, chiedendo loro di non avanzare in Siria oltre il fiume Eufrate.

Pochi giorni fa, le milizie riunite sotto l'ombrello delle Forze democratiche siriane, hanno cacciato l'Isis dalla città di Manbij, lasciando poi il controllo a un

consiglio locale. Stanotte proprio in quella zona ci sono stati lanci d'artiglieria contro i reparti curdi da parte delle forze turche, mentre nuovi carriarmati entravano in Siria: prossimo obiettivo, la città di Al Bab.

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