Nella notte Volodymyr Zelensky è tornato a parlare della guerra in Ucraina chiedendo sanzioni più dure contro la Russia. Il presidente ucraino vorrebbe che le banche di Mosca fossero escluse dal sistema bancario internazionale e continua a spingere per un embargo totale sull'esportazione del petrolio russo.
Le richieste di Zelensky
Il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia decise dall'Occidente "sembra efficace, ma non è abbastanza". Nell'ormai suo consueto videomessaggio notturno Zelensky ha insistito sul fatto che la misura non è proporzionate alle atrocità commesse a Bucha e che proseguono a Mariupol e Kharkiv. Il leader ucraino ha quindi insistito sulla necessità di escludere completamente le banche russe dal sistema bancario internazionale. E ha aggiunto: "Continueremo ad insistere per un embargo sull'esportazione del petrolio russo".
Zelensky ha quindi puntato il dito contro il Cremlino, accusandolo di nascondere migliaia di corpi nell'assediata città di Mariupol. In un'intervista all'emittente turca Haberturk TV, il presidente ucraino ha detto che la Russia sta nascondendo "migliaia" di persone morte. "Credo che la Russia tema che se riusciamo a inviare aiuti umanitari a Mariupol allora il mondo intero potrà vedere coasa sta accadendo", ha detto Zelensky. "La Russia non vuole che nulla venga visto prima che prensdano il controllo della città, prima che la ripuliscano", ha aggiunto, spiegando che "al momento Mariupol è l'inferno. A migliaia sono stati uccisi o feriti. Il loro numero cresce ogni giorno e non ne abbiamo conto preciso. Stanno tentando di nascondere la situazione, in questo caso stanno tentando di impedire l'arrivo di aiuti umanitari.Non riusciranno a nascondere tutto. Non riusciranno a nascondere migliaia di persone. Il mondo ha visto la vera situazione".
Sul fronte interno, infine, Zelensky ha detto che serve fare tutto il possibile per ripristinare il lavoro delle aziende locali, le attività commerciali e ristabilire le piccole e medie imprese sul territorio "là dove è sicuro e possibile lavorare".
L'inferno di Mariupol
A proposito di Mariupol, il sindaco della città ucraina assediata, Vadym Boychenko, ha rilasciato due importanti dichiarazioni. Nella prima, secondo quanto riportato da Unian, ha fatto sapere durante una tavola rotonda in collegamento video sulle "conseguenze politiche e legali dei crimini della Federazione Russa contro l'Ucraina" che nel centro urbano quasi 50 persone sono bruciate vive durante il bombardamento di un ospedale pediatrico da parte degli occupanti russi.
Boycjenko ha inoltre fatto sapere che oltre il 90% di Mariupol - sotto l'assedio delle forze russe da oltre un mese - è stato distrutto e che almeno il 40% "non è più recuperabile". Il sindaco ha quindi rinnovato l'appello per sanzioni più dure contro la Russia e il riconoscimento di crimini di guerra da parte delle istituzioni internazionali.
Quadrante est nel mirino di Mosca
Sul fronte militare c'è attesa per l'offensiva russa nella parte est dell'Ucraina. Kiev si prepara dunque ad un nuovo assedio e chiede alla popolazione civile di evacuare le regioni orientali. Le truppe russe, ritiratesi dal fronte nord, sarebbero pronte a sferrare un'altra offensiva entro 3-4 giorni, per realizzare l'obiettivo strategico "primario" di prendere il controllo dell'intero territorio del Donbass.
"Registriamo il rafforzamento costante di soldati ed equipaggiamenti. Penso che abbiano in programma di completare presto i rinforzi", è l'avvertimento del capo dell'amministrazione militare regionale di Lugansk, Serhiy Gaidai.
Per questo, la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschchuk, ha invitato i residenti di tre regioni dell'est - Lugansk, Donetsk e parte della regione di Kharkiv - a evacuare immediatamente, prima che diventi impossibile, anche perché i soldati di Mosca starebbero distruggendo alcuni collegamenti ferroviari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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