Lassessore alla Sanità ha cambiato idea. E ammette che continuando così si può anche mettere a rischio la vita dei cittadini. Claudio Montaldo non lo dice, lo scrive. Nero su bianco, in una lettera al ministro Livia Turco e al signor Rossi, Enrico Rossi, coordinatore degli assessori regionali alla salute in conferenza Stato Regioni. Finora, ogni volta che veniva contestata la politica dei tagli, degli accorpamenti, delle riduzioni di personale e dei risparmi nel nome del rigore, Montaldo ha sempre risposto garantendo che per i cittadini non sarebbe cambiato nulla, che lassistenza sanitaria sarebbe stata comunque garantita.
Ieri, prendendo spunto dalla rivolta del San Filippo Neri di Roma dove 115 infermieri si sono messi in malattia contemporaneamente, lassessore lancia lallarme Liguria. Tanto per far capire al governo che qui le cose non vanno meglio. Cè «un malessere vissuto dal personale di assistenza» e non lo si può affrontare come fatto finora, «in particolare negli ospedali e ancor più in quei settori come l'emergenza e le sale operatorie dove non è possibile rinviare le prestazioni per non mettere in gioco la vita dei cittadini». Rigore ok, dice Montaldo, ma esagerare può essere pericoloso. «La mia Regione, come le altre - scrive lassessore -, sta rispettando scrupolosamente e con rigore i limiti imposti dalle Leggi finanziarie che imponendo la riduzione prima dell'1 per cento, poi dell'1,4 sul 2004 in due anni hanno provocato una considerevole contrazione del numero e dei costi dei dipendenti. Ma una azione indiscriminata rischia di provocare il collasso del sistema». Quindi spazio ai confronti, ma con lobiettivo di cambiare e con limpegno di «inserire nella Finanziaria 2008 un nuovo modello per garantire responsabilmente livelli adeguati di assistenza, e il relativo personale, pur mantenendo ferma la barra del rigore».
La lettera è dura, e lo è ancor più se si pensa che è stata scritta dopo aver verificato di persona, ieri durante una visita al San Martino, cosa stanno provocando i continui tagli imposti dal governo e attuati dalla Regione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.