Montezemolo: «È assurdo fare tre Gp in tre settimane»

Nanni Scaglia

da Assen

Cadute a ripetizione, rotture, infortuni vari, Valentino Rossi costretto a una visita nell'ospedale di Assen dopo una brutta caduta a 193 km/h, Toni Elias già sulla strada di casa con la sublussazione della spalla sinistra. È un momento difficile per il motomondiale, che dopo il terribile incidente al via del Gp della Catalunya di domenica scorsa, ha vissuto un'altra giornata nera. Questa volta, ha picchiato duro anche Rossi, scivolato nelle libere del mattino nel punto più veloce del rinnovato tracciato di Assen. Nell'impatto con successiva serie di capriole nello spazio di fuga, ha riportato la frattura del piriforme della mano destra, uno degli otto ossi del polso, il distacco parcellare dell'apice malleolo peronale della caviglia sinistra e un forte trauma toracico. Trasportato in ambulanza in ospedale per accertamenti, sempre assistito dal dottor Claudio Costa, la tac ha scongiurato lesioni interne e così Valentino alle 14 è tornato in sella alla sua Yamaha per il secondo turno di prove libere. Naturalmente non al meglio delle condizioni fisiche, soprattutto per il dolore al polso destro, quello più importante per un motociclista perché comanda il gas e il freno anteriore. Con una sola mano sana, Rossi ha comunque effettuato 23 giri, in linea con quelli fatti dai suoi rivali, ottenendo un discreto 12º tempo a 1"3 dal compagno di squadra Colin Edwards, per una volta il più veloce di tutti. Non male, vista la botta presa da Valentino, che per scendere in pista è ricorso ad antidolorifici. Poi, a fine prove, ha preferito saltare la conferenza stampa. «Sto bene - fa sapere tramite una nota scritta -, anche se faccio molta fatica a guidare. Oltre alla piccola frattura alla mano e al piede sinistro ho preso una gran botta al torace, che mi ha impedito di respirare bene. Sono volato in aria in un punto velocissimo ed è stato un duro colpo». Quindi una battuta: «Certo che in tre italiani, io, Loris e Marco, non ne facciamo uno sano... ».
Molto peggio è andata a Elias, che in una caduta dopo pochissimi minuti dall'inizio delle prove ha riportato la frattura del trochide, la testa dell'omero, della spalla sinistra ed è tornato a Barcellona. Non è decisamente un bel momento per il team di Fausto Gresini, che domenica scorsa aveva tremato per Marco Melandri, ieri sceso in pista nonostante i segni evidenti sulla faccia, sul collo e sul torace del terribile impatto con la gomma della moto di Pedrosa. «È stato bello salire in moto - ha detto Marco, che ha conquistato il 14º tempo - e giro dopo giro mi sento sempre meglio in sella. È stato importante tornare subito in mezzo alla mischia». Poi, a Melandri si è bloccato il collo per il freddo, ma questo non gli ha impedito di superare la visita medica e di essere considerato idoneo per le prove di oggi (per la gara di domani dovrà fare un altro controllo). Chi invece non sta bene è Capirossi, che pure quando è arrivato in Olanda sembrava quello messo meglio, tra i piloti coinvolti nell'incidente di Barcellona. Il campione della Ducati fatica a respirare, soffre terribilmente stando in moto.

Ma il suo non è solo un dolore fisico, ma anche, comprensibilmente, psicologico: Loris ha ancora in mente il terribile dolore patito dopo una caduta l'anno scorso in Australia, nel quale se la vide veramente brutta, e la sensazione è che sia un po' provato sotto l'aspetto mentale, tanto che si è chiuso nel motorhome senza dire parola. «La situazione è molto peggio di quanto ci aspettassimo - spiega Carlo Pernat, il suo manager - e al momento ci sono elevate possibilità che non corra».

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