Moore, quando il cattivo è Babbo Natale

La favola macabra dove i bambini sono dei sadici, gli angeli dei poveri idioti e si salva solo il cane

Si chiama Christopher Moore, è giovane, americano, e lavora per la Disney, che ha acquistato i diritti del suo primo libro per farne un film. Ha scritto inoltre un romanzo natalizio appena pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, dal titolo Tutta colpa dell'angelo (trad. di Giulia Balducci, pagg. 239, euro 12,50), sottotitolo Un’allegra favola di Natale.
I diabetici stiano però tranquilli: niente melassa. Possono tranquillamente acquistare il libro e leggerlo: non aumenterà il loro tasso di zucchero nel sangue... Moore non è Dickens, è un umorista, anche piuttosto bravo, e il suo immancabile «cattivo», più che uno Scrooge, sembra un normale uomo d’affari, con interessi nell’edilizia. Neanche alla lontana imparentato con Wodehouse, l’autore è piuttosto figlio legittimo e non adulterino di Tom Sharpe. Non possiede ancora la vis comica del Maestro, ma è giovane e lascia ben sperare.
La sua storia è inoltre costruita con abile tecnica «cinematografica», che la rende molto godibile. A condizione che si sia disposti a sopportare una carica di cinismo e uno spirito dissacratorio affatto natalizi.
Intanto il cattivo è Babbo Natale che, come in una canzone di Guccini, viene assassinato. A badilate. Poi la scena si svolge a Pine Cove, profonda provincia californiana che si rivela presto, dietro una apparente, sonnacchiosa normalità, una specie di torbida Payton Place dove il grottesco sconfina nel ridicolo. E il sesso è l’unica occupazione seria di chi sia in grado di praticarlo e ne abbia l’opportunità.
I teneri bimbi, ancora, piuttosto che angeli del Natale, sono sadici visionari, dai comportamenti deviati da una sovraesposizione alla tv e da troppa alimentazione al microonde. Le donne, virago psicopatiche che si immedesimano in personaggi mitologici. Ad esempio, Kendra, la guerriera della Landa Sconosciuta, parrebbe uscita dal pennino di un Crepax ubriaco o dall’ispirazione celtica del leghista Borghezio durante uno dei suoi noti momenti creativi. Anche con gli uomini, Christopher non è tenero. I suoi poliziotti sono sempre strafatti d’erba, e ne coltivano intere piantagioni. Oppure sono belli come attori holliwoodiani e completamente idioti. Oppure intelligenti ma brutti e psicopatici.
Il cosiddetto spirito natalizio è solo nevrosi consumistica o, al massimo, un modo per alleggerire la propria coscienza organizzando una volta all’anno un pranzo economico «per i bisognosi». Gli angeli, poi, quelli che dovrebbero portare la pace a tutti gli uomini di buona volontà, qui vengono rappresentati da Raziel: il più stupido di loro.
Il messaggero celeste è animato dalle migliori intenzioni ma, a causa del quoziente intellettivo e di una naturale propensione per il caos, non porta gioia e serenità, ma orrore e disperazione. Perfino i morti, nell’orrido Natale di Pine Cove, si ridestano e riemergono dalle tombe, sospinti da un singolare istinto cannibalesco e da un ancor più insano amore per i mobili dell’Ikea.


Per simpatia e normalità, si salvano solo un cane terranova - che profitta giustamente delle circostanze per far scorpacciate di non-morti - e un gigantesco pipistrello della frutta, che scorrazza in pieno giorno per Pine Cove. Protetto da un bel paio di Rayban per chirotteri. Molto eleganti.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica