Morto Alberto Musy, il politico Udc vittima di un agguato nel marzo 2012

Colpito da sei proiettili sotto casa, era entrato in coma e non si era più ripreso. Dell'omicidio è accusato Furchì che avrebbe agito per rancori legati all'acquisizione di Arenaways

Morto Alberto Musy, il politico Udc vittima di un agguato nel marzo 2012

Ieri sera, dopo diciannove mesi di calvario, è morto Alberto Musy, 46enne docente di diritto privato comparato e consigliere comunale dell'Udc. Era rimasto ferito in un terribile agguato nel marzo del 2012. Colpito da sei colpi di pistola sotto la sua abitazione di Torino, da allora era entrato in coma e non si era più ripreso.

Erano circa le 8 del mattino del 21 marzo 2012 quando in via Barbaroux a Torino Musy, entrando nel cortile di casa, fu ferito a colpi di pistola. Un uomo avvolto in un impermeabile e con il volto coperto dal casco gli puntò contro l'arma e gli scaricò addosso sei colpi. Subito dopo si allontanò a piedi mentre i vicini e la moglie Angelica Corporandi D’Auvare, avendo sentito i colpi e le grida del consigliere, si precipitarono di sotto. Il consigliere comunale, ferito gravemente, entrò da subito in coma irreversibile. L’uomo con il casco che, poco prima e dopo l’agguato, si aggirava con passo claudicante per le vie della zona, notato anche da alcuni passanti, fu ripreso dalle telecamere della zona. Dopo mesi di indagini la polizia arrestò, quasi un anno dopo, Francesco Furchì.

Un lungo silenzio è stata la reazione di Furchì quando, in mattinata, gli è stata portata in carcere la notizia della morte di Musy. Ai suoi interlocutori si è limitato a dire, dopo un lungo silenzio: "E ora?". "Adesso l’imputazione per Furchì dovrà cambiare - ha spiegato Gianpaolo Zancan, avvocato di parte civile per i familiari di Musy - da tentato omicidio a omicidio volontario premeditato. Un reato punito con l’ergastolo". La morte del consigliere centrista avrà, infatti, ripercussioni importanti sul processo. Cambiando l’imputazione cambierà anche il giudice: non sarà più il tribunale ma la corte d’assise a giudicare. Definito dagli inquirenti un "faccendiere", Furchì si era candidato alle ultime elezioni comunali in una lista che sosteneva Musy.

Secondo gli investigatori avrebbe sparato al collega per rancore, per alcuni sgarbi, che riteneva di aver subito dal consigliere comunale nel tentativo di acquisizione della fallita Arenaways. Proprio oggi Furchì avrebbe dovuto essere sentito al processo in cui è imputato.

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