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Motomondiale, il 2010 l'anno di Lorenzo e della Spagna

Il 23enne cetauro mallorchino è diventato con grande merito il numero uno assoluto della MotoGP battendo avversari del calibro di Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Casey Stoner

Il Motomondiale 2010 è targato Jorge Lorenzo e Spagna. Il 23enne cetauro mallorchino è diventato, cn grande merito, il numero uno assoluto della MotoGP battendo avversari del calibro di Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Casey Stoner. Lorenzo, quindi, undici anni dopo Alex Criville, il primo pilota spagnolo ad aggiudicarsi il titolo iridato nella classe regina, riporta sul pennone più alto il vessillo iberico, detronizzando il re incontrastato dell'ultimo decennio, Valentino Rossi, così come accadde nel 1999 quando Criville, riuscì ad aggiudicarsi la corona iridata succedendo all'australiano che aveva dominato per un lustro, costretto poi al ritiro per l'incidente di Jerez. Proprio quel Doohan che era l'idolo di Valentino Rossi e del quale il pesarese prese il posto sul trono della classe regina dal 2001 e tranne le due «pause» di 2006 e 2007. Ora tocca a Lorenzo interrompere la striscia di vittorie del «Dottore» ma rispetto al «campione triste» come era soprannominato Criville, Lorenzo sembra essere fatto di ben altra pasta. Un combattente nato che dopo aver dominato per due stagioni nella 250 cc in sella all'Aprilia, e' passato alla MotoGP dove ha mostrato di avere i numeri per competere con Rossi, Stoner e Pedrosa. Praticamente sempre sul podio con ben nove vittorie, e quarto in entrambe le occasioni in cui non si è piazzato tra i primi tre, lo spagnolo del team Fiat Yamaha ha trovato anche il record di punti in una sola annata. Il 2010 si apre con Lorenzo dietro a Rossi nella notturna in Qatar che apre la stagione. Ma in Spagna e Francia è Lorenzo a salire sul gradino più alto del podio, dal quale scende al secondo al Mugello, finendo dietro alla Honda Hrc di Pedrosa, proprio nel week end che vede il brutto incidente di Valentino Rossi che lo terrà fuori per quattro gare. «Por Fuera» come è soprannominato per la sua maniera di superare l'avversario all'esterno, infila un tris a Donington, Assen e nella gara di casa al Catalunya, poi è ancora secondo in Germania sempre dietro a Pedrosa, quindi vince a Laguna Seca e Brno.
Terzo ad Indianapolis e secondo a Misano nella sfortunata domenica dell'incidente mortale di Shoya Tomizawa, ha un momento di appannamento e di stanchezza in Aragona e al Motegi, finendo per la prima volta fuori dal podio con due quarti posti consecutivi. Ma la caduta e la conseguente frattura della clavicola sinistra subita da Pedrosa in Giappone gli spiana definitivamente la strada verso il suo primo titolo iridato nella MotoGP, con l'unico al quale l'aritmetica concede un barlume di speranza. Speranza svanita dall'assenza del portacolori della Repsol Honda Hrc a Sepang e dal vantaggio ormai incolmabile all'abbassarsi della bandiera a scacchi del Gran Premio della Malesia che consegna il titolo a Jorge Lorenzo con tre Gran premi d'anticipo. La domenica successiva, a Phillip Island, nella gara di casa, Casey Stoner corre praticamente da solo, conquistando la quarta vittoria consecutiva in quattro anni tra le curve amiche, la terza in stagione. Ritmo demolitore e una partenza perfetta permettono all'australiano di passare sul traguardo del primo giro con un vantaggio di un secondo e mezzo sul primo inseguitore Jorge Lorenzo. Lorenzo conquista il secondo posto che lo porta a 333 punti in classifica generale. Sul podio anche Valentino Rossi che, partito dall'ottavo posto, ha rimontato sei posizioni nelle prime cinque/sei tornate. In Portogallo, però, Jorge Lorenzo, torna sul gradino più alto. All'Estoril il pilota della Fiat Yamaha precede il compagno di squadra Valentino Rossi, secondo a 8"629, mentre sul gradino più basso del podio sale Andrea Dovizioso, che si aggiudica la battaglia per il terzo posto a scapito di Marco Simoncelli e Nicky Hayden.

Lorenzo si ripete anche davanti al pubblico amico del «Ricardo Tormo» nel Comunitat Valenciana, precedendo la Ducati di Casey Stoner e l'altra M1 biancoblù di Valentino Rossi, che ha chiuso con il terzo posto la sua avventura in Yamaha prima di passare in Ducati.

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