Il motomondiale l’ha isolato Biaggi: «Pronto a smettere»

Veti e moto che non si trovano, con lui solo lo sponsor: «Correre per correre? No grazie. Voglio lottare là davanti»

Sono andati a migliaia, a Bologna, al Motorshow, per salutarlo ed esprimergli quanto siano con lui, quanto stiano dalla sua parte. Perché senza Max che mondiale sarebbe? Anche Rossi sarebbe un po’ più solo. Così, idealmente, sono tutti montati in sella con lui, per sostenerlo e dirgli di non mollare, d’insistere, che prima o poi, caro Biaggi, una moto per il mondiale 2006 la troverai. «E io ho sentito tutto il loro calore, erano centinaia, erano migliaia, forse per questo so che non devo mandar loro messaggi per tranquillizzarli, sanno perfettamente che cosa mi sta accadendo. A Bologna ho sentito tutto il loro appoggio, il loro affetto; per fortuna la maggior parte dei tifosi è intelligente, capisce di moto, e non si fa ingannare dall’apparenza dei fatti. Gli appassionati veri, certe cose non se le bevono».
Non si bevono, cioè, che Max Biaggi, quattro volte campione del mondo 250, vice campione nella classe regina ai tempi Yamaha, vincitore all’esordio in 500, pronti e via, davanti a Sua maestà Mick Doohan, non si bevono che questo signore che con la moto ci sa fare improvvisamente sia diventato un pincopalla delle piste, improvvisamente sia mal visto da tutto l’ambiente del Circus che impenna. Perché questo sembra: la Honda, si è detto e scritto, non lo vuole più dopo i problemi avuti con lui durante la stagione (le critiche di Max verso il team); non solo: la Honda non lo vorrebbe più neppure nei team satelliti, da qui l’addio alla soluzione che sul finire del mondiale pareva ormai sicura: l’approdo nel team Honda di Sito Pons in cui aveva già corso. A questo si aggiunge che le altre Case hanno già fatto tutte le proprie scelte in chiave 2006: dalla Yamaha alla Suzuki alla Ducati. Solo la Kawasaki era ed è pronta ad accoglierlo a braccia aperte; quando però pareva ormai tutto deciso è arrivato un altro veto. Indiretto, ma pur sempre un no. La Bridgestone ha spiegato di non essere in grado di fornire gomme a una moto in più.
Così, a tutt’oggi, vicino a Biaggi è rimasta solo la Camel, il suo sponsor ricco di 12 milioni di euro da portare in dote al team che darà una moto al romano. Sponsor pronto a lasciare: o con Max o fuori dal mondiale. Tra l’altro, secondo alcuni, i rapporti di Biaggi con la Honda non sarebbero così pessimi come trapelato nelle scorse settimane. A complicare l’intera vicenda ci sarebbe infatti anche la posizione presa nella trattativa da Sito Pons, team manager della squadra in cui doveva approdare Max.
Fatto sta che Biaggi è a piedi e il calore del pubblico non basta a trovargli una moto. Anche per questo dice: «Parlerò davvero quando avrò finalmente le idee chiare, quando avrò capito che cosa veramente si può ancora fare... Voglio valutare le strade che posso ancora percorrere prima di prendere una decisione definitiva». Lasciare o continuare? È ormai questa la domanda sulla bocca di tutti, tifosi e no. «Correre tanto per esserci non mi interessa proprio - ribatte lui deciso -.

Io ci sarò solo se avrò la certezza di poter lottare e combattere in pista nelle posizioni che mi competono, nelle prime, come è sempre accaduto da oltre dieci anni a questa parte. Altrimenti, no grazie». E addio corsaro che impenna, addio rivalità italiche, addio Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandri. Non è bello.

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