La decisione è stata comunicata all'ora di pranzo, come una sorta di ammazza-caffè. Abolita la conferenza-stampa della vigilia da parte del tecnico Mourinho e del suo vice Beppe Baresi: Appiano Gentile resterà chiuso, i cronisti dovranno fare altro. Non ci sarebbe niente di male, specie nei nostri tempi scanditi dalla voglia di apparire e dalle chilometriche dirette di tv a pagamento. Non sarebbe nemmeno da chiosare, poichè avvenuta in coincidenza col provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Mourinho dal giudice sportivo: allontanato dall'arbitro Saccani durante Juve-Inter, dovrà fermaresi in tribuna domenica a Bergamo.
Ma allora perchè la nota interista, ignorata dal sito ufficiale, è destinata a far discutere? La spiegazione non è molto complicata. É stato il presidente Massimo Moratti, forse, a dettare la nuova linea facendo trapelare, giovedì pomeriggio, oltrealla soddisfazione per la qualificazione e la perfomance di Balotelli, suggerito a Lippi, anche il legittimo disappunto per la trasformazione degli incontri con i media in duelli rusticani. L'ultimo Mourinho è malmostoso, si considera ferito nell'onore da quei giornali e dai rispettivi critici che hanno osato immaginare un esonero del portoghese a fine stagione nel caso, poi scongiurato, di mancata qualificazione. Mercoledì notte ne ha fatte di tutti i colori, a San Siro: in particolare a fine partita ha disatteso l'invito di un dirigente a recarsi ai microfoni di Sky e Mediaset replicando in modo sgarbato («vacci tu»).
L'interesse supremo di Moratti, il presidente, è quello di ricucire con tutto il movimento del calcio italiano. Da troppo tempo la sovra-esposizione di Mourinho e i suoi atteggiamenti oltre che i suoi interventi, per tacere di Balotelli e soci, hanno trasformato l'Inter nel club più odiato dalla collettività con ricadute sugli stessi tesserati. Spesso alcuni interventi degli arbitri, talune decisioni del giudice sportivo, qualche reclamo, sono spiegati dal clima che circonda l'Inter. Può essere divertente una volta, dieci ma non sempre giocare a uno contro tutti.
Forse anche Mourinho è contento di questa decisione. Ha deciso che i cronisti italiani hanno aperto un contenzioso con lui e ha trovato, dietro talune domande, qualche ispirazione non proprio piacevole. Per esempio quando ha detto: «Se dovessi andar via dall'Inter troverei posto dopo due giorni, al contrario di qualche altro allenatore». A chi si riferiva se non a Mancini? Certo, proprio a lui. Ma perchè quel coinvolgimento, dopo aver attaccato frontalmente Sandro Mazzola, che fa parte della storia patria? Non deve essergli sfuggito il fatto che molti cronisti, tra i più velenosi presenti ad Appiano Gentile, si considerino vedovelli inconsolati del "Mancio". E che persino qualche collaboratore di seconda fila consideri il lavoro del suo predecessore più importante rispetto a quello realizzato attualmente dal portoghese.
Così resteremo per 24 ore senza il virgolettato di Mourinho e del suo vice, il paziente Beppe Baresi. Ce ne faremo una ragione ma soprattutto l'Inter guadagnerà qualche titolo in meno sui giornali e un po' di serenità in più, dentro il recinto di Appiano Gentile.
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