«Il mullah Omar è ancora vivo ed è tornato a combattere»

Il mullah Muhammad Omar scomparso nel 2001 dopo l’invasione dell’Afghanistan, sarebbe vivo e tornato a essere influente nel Paese. Secondo il New York Times sarebbe lui a guidare l’insurrezione armata che tanti problemi sta creando alle forze Isaf e che ha conquistato solide basi in gran parte dell’Afghanistan.
Un problema in più nel Paese che ha incontrato numerosi ostacoli lungo il cammino della democrazia. Il rappresentante delle Nazioni Unite in Afghanistan ha riferito ieri che durante le elezioni presidenziali del 20 agosto sono state rilevate «frodi considerevoli». Kai Eide, numero uno dell’Onu in Afghanistan, ha replicato in una conferenza stampa a Kabul agli attacchi del suo ex collaboratore, Peter Galbraith, che lo ha accusato di aver tentato di mascherare parzialmente i brogli.
Affiancato dagli ambasciatori di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania a Kabul, oltre che dal rappresentante speciale dell’Unione europea in Afghanistan e da un rappresentante della Nato, Eide visibilmente irritato, ha dichiarato: «Alcune di queste accuse si basavano su delle conversazioni private avvenute mentre Galbraith era invitato a casa mia. La mia posizione è che le conversazioni private devono restare tali».
La pubblicità sul richiamo di Galbraith e le accuse adombrate da quest’ultimo «non sono solo attacchi personali contro di me e la mia integrità ma hanno avuto conseguenze sull’intero processo elettorale», ha detto ancora Eide.

Il diplomatico norvegese ha quindi negato di essere intervenuto nel processo elettorale per coprire le frodi, aggiungendo che la missione dell’Onu in Afghanistan «è di sostenere il processo, non di influenzare il risultato». E infine: «È importante continuare nel percorso per consolidare la democrazia. Ho implementato il mio mandato con il pieno sostegno della Comunità internazionale».