Accostare Lou Reed a Gabriele DAnnunzio è mossa audace, da intellettuale vero. La tesi è che il poeta innovatore e un musicista trasgressivo come lex Velvet Underground sarebbero andati daccordo. Perciò meritano di essere citati come esempio di arte coraggiosa, libera, senza tempo. Soprattutto moderna. Questi i presupposti della rassegna Pescara Tener-a-mente, la scommessa che Giordano Bruno Guerri vuole vincere per riportare la città abruzzese allattenzione culturale nazionale. E per ben cominciare il 24 giugno, data di esordio della rassegna, annuncia che farà la parte dellimputato DAnnunzio in un burrascoso processo allAurum difeso da Annamaria Bernardini Pace, mica una qualsiasi. Ma il cerchietto rosso spetta anche al convegno «DAnnunzio padre dello stile italiano» l8 luglio (sempre allAurum), un regalo per chi soffre di memoria corta e non ha ancora capito chi è il vero padre di Carosello.
Detto questo, la rassegna - prettamente dannunziana - non è che la degna cornice a un offerta estiva popolarmente clamorosa con i concerti di luglio, agosto e settembre (stadio del Mare, stadio Adriatico e teatro DAnnunzio) di Vasco Rossi, Raphael Gualazzi, Renzo Arbore, Jovanotti, Manhattan Transfer, Wynton Marsalis e il supergruppo Return to Forever. Finezze da Umbria Jazz daltri tempi. Guerri gongola: «Mentre lItalia va verso un depotenziamento della cultura, Pescara la promuove e la innalza a veicolo di crescita e sviluppo del territorio diventando officina di arte, cultura e bellezza a cielo aperto». A novembre il sindaco Mascia contattò Guerri, la persona giusta per risollevare limmagine di Pescara. «Un incarico affascinante, inedito - aggiuge il consulente dimmagine della città di Pescara - una sfida che accettai con entusiasmo; mi ero, infatti, innamorato di Pescara durante la mia frequentazione del DAnnunzio Festival vedendone le enormi potenzialità». Così ha elaborato un piano strategico su temi piuttosto lontani dalla cultura in senso stretto. «La città produceva unimpressionante serie di manifestazioni estive, alcune di grande prestigio come il Pescara Jazz Festival e il Premio Flaiano, occorreva potenziarle e riunirle in un unico nome per farne un importante festival italiano».
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