Napoli al comando, ma è solo un’illusione

da Genova

Dura trenta secondi il sogno del Napoli in testa alla classifica. Trenta secondi e poi Lavezzi decide che è l’ora di svegliarsi, di fare sul serio. Insomma, il sogno è realtà: Napoli punti quattordici, Inter e Lazio tredici, eccetera eccetera. Saranno pure pochi i tifosi azzurri, abbracciati accanto ai gemelli rossoblù come se stessero palpitando per la stessa squadra, ma sembra di sentire il San Paolo che canta ’O surdato ’nnammurato come ai tempi dello scudetto. Sì, è vero che la difesa del Genoa ci mette del suo a far volare il Napoli prima ancora che pensi a dispiegare le ali, però così è. Più che un sogno è una favola che sembra tornare dopo gli anni bui della serie C. El Pocho poi è incontenibile, e viene voglia di chiudere gli occhi per riprendere il sogno.
Il fatto è che il Napoli lo fa sul serio. Sarà pure l’aria del Salone Nautico appena inaugurato a Genova, ma la squadra di Reja va in barca subito dopo aver rischiato di chiudere la partita. Perché Denis gli occhi in realtà li gira già verso il centrocampo, convinto di aver messo dentro un 2-0 facile facile, e non si accorge che Rubinho fa qualcosa di più che un miracolo. Sulla terra, non certo sull’erba, di Marassi, resta il Genoa e soprattutto l’arbitro Dondarini, che riesce nell’impossibile missione di prendere decisioni più assurde di quella di chi l’ha mandato in campo. Un rigore per il Napoli l’arbitro di Finale Emilia lo sposta fuori area, un gol regolare del Genoa lo annulla per fuorigioco inesistente, fallacci da rosso diretto di Pazienza e Maggio che entrano per far male (e Maggio ci riesce anche, mandando Modesto direttamente dall’ortopedico) non vengono visti, ma fischiati su segnalazione altrui e non puniti. Altro che sogno, un arbitro così è un incubo. Per tutti.
Il Napoli però resta in gita premio. O meglio, in ferie prolungate ci sono le idee, il gioco. I fenomeni azzurri in effetti toccano la palla come pochi, sono sempre pericolosi, ma o fanno sognare da soli, uno per uno, oppure un’azione in stile vecchia «ma-gi-ca» resta nel libro delle fiabe.

Con certi giocatori e due così là davanti la squadra dovrebbe suonare come un’orchestra con Hamsik a intonare il «la-denis». Quasi inevitabile che la bella favola del Napoli in testa alla classifica finisca come da copione. Arriva il Principe, e il Genoa visse felice e contento.

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