Roma - L’ultima speranza del Pd a Napoli si chiama Lucia. Ma non è la santa protettrice della vista che pure dovrebbe essere invocata visti gli errori di valutazione commessi con Bassolino e Iervolino. Si tratta, invece, della laicissima giornalista Annunziata alla quale Pier Luigi Bersani starebbe pensando di affidare un compito ingrato: candidarsi sindaco.
È quanto hanno anticipato ieri il Riformista e Panorama . Il settimanale ha inoltre rivelato che secondo un sondaggio riservato della Swg in mano ai vertici di Largo del Nazareno, la popolare anchorwoman sarebbe l’unico nome realmente spendibile per contendere al centrodestra la guida del capoluogo campano. I «papabili» in lizza, il migliorista napolitaniano Umberto Ranieri e il bassoliniano doc Nicola Oddati, perderebbero con ampio scarto nei confronti di qualunque candidato Pdl (Mara Carfagna, Fulvio Martusciello e il leader confindustriale Gianni Lettieri). Di qui l’ipotesi di cercare una «papessa» straniera, ma poi neanche tanto visto che l’Annunziata non è mai stata ostile al centrosinistra come dimostra settimanalmente a In mezz’ora.
Bersani & Co. hanno, tuttavia, un problema. Il medesimo che si ripropone ogniqualvolta la segreteria voglia scegliere: le primarie. È pacifico che puntare sulla Annunziata significhi escluderle, anche per preservarla dai tiri mancini dei «signori delle tessere». Le primarie, infatti, potevano andar bene per scegliere tra due candidati del territorio come Ranieri e Oddati (e l’ousider Cozzolino) e per scongiurare terzi incomodi come l’ex pm Luigi De Magistris che aveva già ottenuto l’appoggio dei vendoliani e della sinistra radicale nonché dei suoi dipietristi. Ma non si devono assolutamente organizzare se si vuole portare sul proscenio partenopeo colei che Bersani ha definito «una gran donna» e Massimo D’Alema, generalmente avaro di affettuosità in pubblico, «un’amica». Perciò i due contendenti «precettati» dovranno convincersi a fare un passo indietro.
Anche se l’Annunziata ha fatto sapere che «il Pd non mi ha chiesto niente», l’evocazione-invocazione di questa «Santa Lucia» lascia pensare che il collateralismo tra sinistra e un certo giornalismo non sia un’invenzione. L’ex presidente Rai, ex direttore del Tg3 ed ex inviato di Repubblica e Corriere sarebbe solo l’ultima acquisizione di lusso.
Il Pci-Pds-Ds ha potuto schierare nelle proprie file veri professionals del giornalismo, firme di punta sempre pronte a bacchettare chi canta fuori dal coro come il Giornale . È ancora fresco il ricordo degli europarlamentari Michele Santoro e Lilli Gruber «rimpiazzati » a Strasburgo da un mezzobusto di chiara fama come David Sassoli. In Parlamento, invece, sono giunti negli anni scorsi direttori come Paolo Gambescia, Peppino Caldarola e Antonio Polito che anticipò la nascita del Pd schierandosi al Senato con gli amici margheritini. «Arruolato» anche Gad Lerner in quota Rosy Bindi alla Costituente Pd. Tutti allineati, tutti pronti ad affermare che se le inchieste non le fanno loro, si tratta di «dossieraggio » e di «killeraggio». Tutti convintamente e democraticamente antiberlusconiani. Anche se dal passato ogni tanto qualcosa riemerge.
Anche per l’Annunziata. «Ho puntato su D’Alema uomo nuovo della sinistra quando tutti gli altri giornalisti erano per Veltroni, io ho visto il cavallo vincente quando ancora era nella stalla», ebbe a dire qualche anno fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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