Al tempo in cui giocava nella Juventus e non andava daccordo con Trapattoni, Platini raccontava che lallenatore incide poco, un 20% al massimo, nelle fortune di una squadra. A gioco lungo sè reso conto di aver detto una fesseria. Lallenatore conta, eccome se conta. Prendete il Napoli. Con tutto il rispetto per Donadoni, ha cambiato marcia da quando è sotto le cure di Mazzarri. In 11 giornate sè catapultato dal 14° al 4° posto collezionando 6 vittorie e 5 pareggi, in complesso 23 punti, e correndo a braccetto con lInter. Appena 3 le lunghezze di differenza rispetto allinvincibile armata Mourinho. La media punti (2,1 a partita) vale la musichetta di Champions League. E oggi il tecnico toscano può prendersi unulteriore soddisfazione contro la sua ex squadra, la Sampdoria, alla quale ha mangiato 13 punti in questo arco di tempo.
In pochi giorni ha rivoluzionato la formazione (stessi uomini, differente disposizione in campo) lavorando sulla testa oltre che sulle gambe dei giocatori. Il Napoli ha ritrovato fiducia, identità, autostima: lo testimoniano le prestazioni di gente come Lavezzi, Pazienza, Quagliarella che prima non ci beccavano mai e adesso fanno miracoli. Mamma mia quanto contano le motivazioni.
La classifica di questi ultimi 11 turni racconta altre verità. Ad esempio che il Milan, pur avendo disputato un incontro in meno, viaggia alla stessa velocità dellInter: vincesse il recupero di Firenze, sarebbe addirittura avanti ai cugini. Se la matematica non è unopinione, la squadra di Leonardo può coltivare la grande ambizione di agganciare i rivali. In crisi la Juventus, meno 7 dalla capolista. Formidabile il rendimento di Bari, Palermo, Cagliari e Parma. Con 15 punti il Livorno sarebbe salvo.
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