Difende il governo tecnico, rivendica la propria costante imparzialità e respinge la tesi secondo la quale con l'esecutivo Monti si sia verificata una sospensione della democrazia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al Quirinale per i consueti auguri alle alte cariche dello Stato, tira un po' le somme dell'ultimo periodo politico del Paese e torna a spiegare le sue scelte in merito alla gestione della crisi di governo.
A partire da quella di aver avallato un esecutivo fatto di tecnici. Ma attenzione a definirli così, perché il capo dello Stato boccia l'aggettivo e ricorda che la Costituzione "non prescrive che i membri del governo, a cominciare dai ministri, debbano essere parlamentari e rappresentanti ufficiali dei partiti, debbano essere, come si usa dire, dei politici e non dei tecnici. Ma non persuade l’uso di quest’ultimo termine. Più semplicemente sono state chiamate da qualche settimana a far parte del governo persone politicamente indipendenti, che hanno accettato di porre al servizio del paese le competenze e le esperienze di cui sono portatrici".
Per colui che è stato incoronato Re Giorgio dal New York Times, con Mario Monti non si è verificato "nessuno strappo, nessuna forzatura" e "solo con grave leggerezza si può parlare di sospensione della democrazia, in un paese in cui nulla è stato scalfito". Dunque, "non mi risulta un tradimento della volontà popolare".
Napolitano ha spiegato anche le ragioni che hanno impedito il ricorso a una larga coalizione politica. "La lunga, irriducibile contrapposizione, al limite dell’incomunicabilità" che si era determinata tra le forze politiche - ha spiegato il presidente della Repubblica - "ha reso impraticabile ogni ipotesi di larga coalizione di governo come il presidente incaricato ha potuto ben presto constatare".
Per queste ragioni e consirata la crisi economica che ha investito l'Europa, secondo Napolitano "intervenire per far sì che in Italia non ci fosse un immediato scioglimento delle Camere e il ricorso alle urne, era un mio preciso dovere istituzionale".
Il governo Monti è "sbocco di un lungo travaglio politico e di una serena riflessione", ha aggiunto il capo dello Stato che poi ha precisato che "aver dato fiducia a questo governo è stato segno di consapevolezza dell'estrema difficoltà del momento: è, per i partiti che lo hanno deciso, titolo di merito, non motivo di imbarazzo. L'ampiezza e la continuità del sostegno allo sforzo appena avviato, in quanto prova di un condiviso senso di responsabilità e impegno costruttivo delle forze politiche, è ciò che più rafforza e può rafforzare la credibilità dell'Italia".Infine, Napolitano ha parlato della crisi economica e dei rischi che ancora sono presenti. "Nemmeno con l’ultimo consiglio europeo è stata eretta una barriera di corresponsabilità e solidarietà sufficiente per bloccare attacchi pesanti, sui mercati finanziari, ai debiti sovrani di stati come il nostro. Sono certo che il governo italiano continuerà a sollecitare in tal senso scelte più coraggiose e coerenti entro il prossimo marzo da parte delle istituzioni europee", ha dichiarato Napolitano, aggiungendo come in questo quadro, la manovra economica "è il contributo che offriamo alla causa della salvezza dell’euro, attraverso uno sforzo ulteriore che dobbiamo insieme e innanzitutto all’Italia per salvarla da rischi estremi ancora evidenti".
Anche l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi è intervenuto sul tema della democrazia sospesa con il governo Monti e ha dichiarato: "Talvolta quando noi politici parliamo alla platea dei nostri elettori, è chiaro che dobbiamo anche un po' colorire le nostre tesi, comunque, il governo tecnico è una cosa anomala rispetto al normale svolgimento della legislatura. Sono ancora le forze politiche che in Parlamento determinano l’approvazione o meno dei provvedimenti. Voi sapete come la penso, un capo del governo non ha pieni poteri, può al massimo suggerire disegni di legge o decreti legge...".
Il Cavaliere ha comunque espresso assoluta condivisione nei confronti del discorso "completo, che ha rappresentato molto bene la situazione politica" di Napolitano. Infine, il leader del Pdl ha ribadito che "questa legge elettorale, comunque deve essere modificata, poi vediamo. C’è un referendum, vedremo cosa dirà la Corte Costituzionale.
Ma si è appalesata la voglia dei cittadini di poter scegliere direttamente con la preferenza i propri rappresentanti" e ha annuciato che domani incontrerà il presidente del Consiglio, Mario Monti a Palazzo Chigi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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