Battaglia in alto mare: i pirati hanno abbordato una nave da crociera italiana sparando all’impazzata. Da bordo una squadra di sicurezza composta da specialisti israeliani ha risposto al fuoco. Utilizzati anche idranti e manovre evasive che hanno respinto l’assalto dei bucanieri. In caso contrario 1500 persone fra equipaggio e passeggeri (134 italiani) sarebbero finiti in ostaggio, probabilmente di una maxi rapina in mezzo all’oceano. L’incubo per la nave Melody della Msc Crociere è scattato verso le 23.35 (le 21.35 in Italia) di sabato notte. Una lancia bianca lunga una decina di metri ha affiancato il lato sinistro della nave. I pirati a bordo erano almeno sei, armati di fucili mitragliatori Ak 47.
«Hanno subito iniziato a sparare come pazzi. Sembrava la guerra» racconta Ciro Pinto, comandante della nave da crociera. La Melody si trovava a 200 miglia (320 km) a nord delle isole Seychelles, da dove era salpata verso le 13 e ben 600 miglia al largo delle coste somale (960 km). La veloce lancia dei pirati con motori fuori bordo non era certo sola. Da qualche parte nel buio della notte doveva esserci una nave-madre che aveva intercettato la Melody e scatenato l’attacco. Il comandante Pinto aveva predisposto delle vedette, ma non si aspettava un attacco così lontano dalle coste somale. Alle prime raffiche ha aperto la cassaforte del ponte di comando che contiene armi e munizioni. La Msc Crociere si affida a guardie di sicurezza israeliane. A bordo c’erano sei specialisti che sono stati armati di pistola. Con l’altoparlante gli ufficiali hanno ordinato ai 991 ospiti in crociera, compresi 39 italiani, di chiudersi in cabina, mantenere la calma e oscurare gli oblò. Tutte le luci della nave sono state spente per disorientare gli assalitori.
Nel frattempo i pirati affiancavano come avvoltoi la nave di 35mila tonnellate, lunga 200 metri, che non supera i 19 nodi. Le raffiche di kalashnikov spazzavano l’aria, ma i proiettili hanno raggiunto anche la fiancata della nave e fischiavano sopra il ponte. Durante l’assalto in alto mare sono stati sparati almeno 200 colpi. I 536 membri dell’equipaggio (95 italiani) sono divisi in squadre che hanno compiti specifici durante le emergenze. Il comandante Pinto ha ordinato ai suoi uomini di attivare una pompa anti incendio che succhia acqua di mare. Le manichette erano già pronte per trasformare gli idranti in “cannoni” e respingere gli assalitori. In plancia il timoniere aveva l’ordine di effettuare manovre evasive. Uno dei sistemi per evitare l’arrembaggio è cercare di far rollare la nave, in maniera tale che sia impossibile scalare le fiancate.
I pirati, però, non si sono persi d’animo, riuscendo ad agganciare una scaletta metallica, con dei rampini all’estremità, sul ponte della Melody. I primi stavano già salendo quando sono intervenuti gli israeliani. Gli specialisti della sicurezza, piazzati in posizioni prefissate e dominanti, hanno aperto il fuoco per fermare l’arrembaggio. I bucanieri, colti di sorpresa, sono tornati precipitosamente a bordo della loro lancia, ma non volevano mollare il colpo. Per una decina di minuti hanno continuato a sparare inseguendo la Melody. Poi si sono dileguati nel buio della notte verso la nave madre.
Nessuno a bordo è rimasto ferito dal conflitto a fuoco, ma alcuni passeggeri sono scivolati mentre correvano per raggiungere le cabine provocandosi delle escoriazioni. Un’unità spagnola, che fa parte della flotta internazionale anti pirateria, ha raggiunto la Melody per scortarla. Nell’operazione è stato impiegato anche un elicottero. Dopo la paura la crociera è ripresa.
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