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L'ipocrisia di Boldrini e Pd sugli hotspot dei migranti

L'ultimo resoconto sulle condizioni dell'accoglienza risale al 2016, da lì il silenzio di una sinistra che ha taciuto sulle condizioni infernali in cui venivano fatti vivere i migranti. IlGiornale.it è entrato in possesso del documento ed ecco le condizioni

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Accogliere” è ormai la parola d’ordine della sinistra che mai come adesso sembra utilizzare gli arrivi in Italia come arma contro il governo Meloni. “Sul tema dell’immigrazione questo è il governo dell’improvvisazione, del caos e della disumanità”, dichiarava Laura Boldrini - come riporta Libero - meno di un mese fa riguardo alle decisioni del Ministro Piantedosi.
A proposito di caos e disumanità, però, proprio l’ex presidente della camera sembrerebbe aver fatto orecchie da mercante per anni, svegliandosi solo adesso sulle condizioni degli immigrati.

L’ultimo resoconto sull’accoglienza risale addirittura al 26 ottobre 2016, firmato dall’ex onorevole Pd Federico Gelli e indirizzato proprio alla Boldrini. Pagine di denunce sulle condizioni in cui gli immigrati venivano - e vengono tutt’ora - fatti vivere nei tanto amati hotspot che la sinistra porta come esempio ma che, da ciò che si legge, non sono così diversi da quei Cpr utilizzati come strumento contro la “destra cattiva” che ora è al governo.
Una denuncia tutta interna al partito democratico che è rimasta nel silenzio per anni. Il documento, di cui IlGiornale.it è entrato in possesso descrive infatti le condizioni degli hotspot che sembrerebbero disegnare un vero inferno per coloro che arrivano in Italia.

Andiamo con ordine: in modo dettagliato vengono infatti elencate le criticità e le condizioni dei principali centri.
Sull’hotspot di Trapani si legge: “bagni indecenti”, “recinzioni e delimitazioni interne dei settori e sbarre”. Ma c’è di più, la sinistra era a conoscenza anche delle magagne del gestore. “Badia Grande opera ha il bando scaduto e continua ad operare sulla base di una precedente convenzione”, “assenza totale di atti formali” e infine “indebito profitto a beneficio dell’ente gestore”.

La cosa non cambia sull’hotspot di Pozzallo, sempre in Sicilia: “la gestione è di Domus Caritatis, sottoposta ad amministrazione giudiziaria in relazione alle vicende connesse a Mafia Capitale”. E sulle condizioni di vita: “assoluta promiscuità”, “non è disponibile alcuno dignitoso spazio esterno ricreativo”, “nessun posto dedicato ai minori”, “nessuna attività di integrazione ed intrattenimento”, “pasti consumati sulle brandine”, “insufficiente pulizia e insufficienti servizi igienici”, “numero inadeguato degli operatori”, “fornitura di acqua interrotta, frequentemente senza acqua calda”, migranti affetti da patologie contagiose non isolate”, “personale sanitario numericamente inadeguato” e “no coordinatore sanitario”.
La lista è lunga e non rispecchia esattamente quell’umanità che la sinistra, e la Boldrini in primis, sbandierano solo oggi. Tra gestori legati a mafia capitale e condizioni tremende la stessa situazione si verificava anche per il grande hotspot di Lampedusa, tutt’oggi oggetto di critiche.

Nel primo grande centro di approdo in Italia si legge infatti che il “servizio sanitario prevede un unico medico e un infermiere con copertura h 24 per tutta la settimana”, “padiglioni sono strutture prefabbricate fatiscenti”, “servizi igienici scarsi e insufficienti”, “sospesa erogazione di acqua per molte ore senza nessun preavviso”, “nessun luogo per la consumazione dei pasti” e “condizioni di promiscuità senza nessun controllo”. La relazione riferisce anche ciò che i minori hanno raccontato e cioè “non ricevono cambio di vestiti da un mese né sapone per lavare gli abiti sporchi”. Ma non solo: si parla anche di “pocket money distribuiti solo in occasione del sopralluogo della commissione” e “fogli relativi ai kit firmati in bianco, cioè prima dell’effettiva consegna ai migranti”.

Tutto questo avveniva nel 2016, e avviene ancora oggi. Tutto questo è stato in mano di quella sinistra che ora grida allo scandalo ma che per anni ha, non solo taciuto, ma è rimasta immobile di fronte alla consapevolezza di questa realtà, mettendo spesso in mano la gestione dei migranti a cooperative discutibili che ancora oggi sono al centro dell’”affare” accoglienza.

Il grido di scontento arriva solo ora, solo ora si parla di “disumanità”, solo ora si pretende una risoluzione immediata dopo anni di immobilismo. E se è vero che il problema migranti esiste ed è sempre esistito è vero anche che i dem in primis non fanno altro che elencare i numeri degli arrivi in Italia, tacendo su tutto ciò che succede ed è sempre successo una volta messo piede nel nostro paese per queste persone.

Probabilmente parlare di sbarchi è più conveniente che indagare su quel castello di ipocrisia che ora viene chiamato “accoglienza diffusa”.

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