"Inducono i bambini a giocare con le cucine". L'attacco della Pro Vita contro la propaganda gender

L'Associazione Pro Vita ha puntato il dito contro alcuni corsi di formazione per educatrici di asili nido e materne svoltisi a Roma. Alle maestre sarebbe stato detto di indurre anche i bambini a giocare con le cucine giocattolo, anche a costo di togliere loro i giocattoli preferiti

"Inducono i bambini a giocare con le cucine". L'attacco della Pro Vita contro la propaganda gender
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Ai corsi di formazione per educatrici si insegnerebbe alle partecipanti ad indurre anche i maschietti a giocare con le cucine giocattolo, anche sottraendo loro i giocattoli preferiti se necessario. Questo l'attacco che l'Associazione Pro Vita & Famiglia ha rivolto nelle scorse ore ad una delle associazioni che a Roma si occupano della formazione del personale impiegato negli asili nido e delle materne. Per un argomento che continua a far discutere, nella capitale. Secondo quanto riporta il sito online RomaToday, il dipartimento scuola del Campidoglio ha deciso da tempo di proporre alcuni corsi di aggiornamento ai dipendenti che operano con i bambini e le bambine nelle strutture pubbliche, rivolgendosi in particolar modo agli asili nido e alle scuole materne. Tra questi, alcuni corsi si occuperebbero di decostruzione degli stereotipi di genere. Iniziative che le formazioni di centrodestra e le associazioni "pro-life" hanno criticato aspramente, ravvisandovi evidentemente un modo per propagandare l'"ideologia gender".

E hanno chiesto che questo tipo di formazione non entri nelle scuole, ma venga eventualmente lasciata all'educazione delle singole famiglie. Una discussione che Maria Rachele Ruiu, esponente dell'Associazione Pro Vita, ha portato alla ribalta nazionale, parlandone su La7 nel corso della trasmissione televisiva "Piazza Pulita", condotta da Corrado Formigli. "Ho visto il corso obbligatorio per le educatrici dei servizi 0-6 anni fatto a Roma dall'associazione Scosse - le sue parole - in cui si diceva che se il bambino non voleva giocare con la cucina, allora bisognava levargli i giochi che gli piacciono". Le considerazioni di Ruiu sarebbero peraltro arrivate a margine di un dibattito sulla violenza di genere e sulle manifestazioni svoltesi in occasione dello scorso 25 novembre. Proprio la sede romana della Pro Vita è stata vandalizzata in quell'occasione, con gli esponenti dell'associazione che hanno a quanto sembra puntato il dito contro alcune attiviste del corteo "Non una di meno".

E nel corso del dibattito da Formigli, Ruiu ha come detto attaccato anche una delle associazioni che organizzano i corsi di formazione sopracitati. Nell'ambito di quei corsi, si spingerebbero in sostanza le maestre a invogliare anche i bambini a scegliere giochi che di solito sono più apprezzati dalle bambine. Un metodo, unito a quello di portare l'educazione sessuale nelle classi dei più grandi, che per Ruiu "non abbassa il numero di femminicidi in Italia". Accuse che l'associazione Scosse ha respinto.

"Quello che da sempre sosteniamo, ribadito anche durante questa formazione - hanno replicato in una nota - è di creare pazi, giochi, strumenti e attività educative il più possibile ampie e plurali per arricchire esperienze di chi vi partecipa, fin dai primissimi anni di età". Un botta e risposta che promette insomma di proseguire.

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