Parla lo psichiatra Di Fiorino: "Capovani lasciata sola. Seung godeva di protezioni"

Le aggressioni, lo scontro dottrinale, la chiusura dei manicomi e le dichiarazioni calcolate per alleggerire la propria posizione giudiziale. Il killer Gianluca Paul Seung diventa un caso con interrogativi sempre più inquietanti. Ne abbiamo parlato con il dottor Mario Di Fiorino, primario di Psichiatria della zona Versilia

Parla lo psichiatra Di Fiorino: "Capovani lasciata sola. Seung godeva di protezioni"

Forte dei Marmi - Dispiaciuto, ma anche molto arrabbiato il dottor Mario Di Fiorino, primario di Psichiatria della zona Versilia. Da molti anni aveva lanciato appelli, richiesto misure restrittive e capito la pericolosità dell'assassino della collega Barbara Capovani. A suo avviso una vittima innocente delle inefficienze del sistema sanitario e giudiziario.

Lei è uno dei dottori che meglio conosce la storia di Gianluca Paul Seung...

"Premetto che sono stato denunciato dal Seung. Ci accusava di aver spaccato il torace a una settantina di persone. Era sua abitudine fare questi esposti deliranti. Sulla famiglia posso dire che il padre è cinese e la madre napoletana. Separatasi dal marito, venne a vivere a Torre del Lago. Ed è lei che negli anni lo ha mantenuto. Credo avesse anche un bene lasciato in eredità ma hanno fatto in modo che non finisse pignorato per tutte le cause giudiziarie".

Perché proprio la dottoressa Barbara Capovani?

"Lei entra in scena quando Seung si agitò nella Questura di Pisa alcuni anni fa. Noi ci siamo 'salvati' perché avevamo attuato una serie di misure legali. Lei si è ritrovata sola dal sistema, abbandonata anche dalla magistratura…”.

Il cappuccio, forse la mascherina, lo zaino con nuovi vestiti, la spranga. Lasciano pensare ad un’aggressione premeditata. È un errore definirlo semplicemente un ‘pazzo’?

"Seung sicuramente è una persona problematica. Ed è stato utilizzato in chiave antipsichiatrica…".

Cosa intende per "utilizzato"?

"Utilizzato in chiave antipsichiatrica. Chi lo doveva seguire per conto del Comune, organizzava incontri tra gli antipsichiatri. Lui è stato, come dire, da un lato fanatizzato, invitandolo come relatore ed ospite qua e là, si è sentito importante, ha avuto una ragione di vita…".

Chi sono gli antipsichiatri?

"L’associazione antipsichiatrica è nata a Trieste, dove è stato anche Basaglia, che prima era a Gorizia. Sono un gruppo minoritario ma con molto potere. E hanno cercato di creare a Viareggio un centro di loro interesse. Lui è un soldatino di questo gruppo, e si muove per cercare di ottenere dei risultati perché chiaramente accusa gli psichiatri di ogni nefandezza e cerca di portare avanti questa idea antipsichiatrica".

Ma quel è l’obiettivo?

"Secondo quanto diceva un grande psichiatra francese, la loro è una lotta alle strutture psichiatriche. Basaglia in Italia ha chiuso ogni struttura, e siamo rimasti con delle comunità che per legge devono essere come case di civile abitazione. Generando un problema enorme al malato grave. Demonizzano gli strumenti utilizzati dallo psichiatra, i farmaci, la terapia elettroconvulsivante. Sostengono che l’istituzione psichiatrica serve solo per la custodia, sorveglianza e punizione della persona".

Come pensano di curare un paziente?

"Con il lavoro, le borse di studio, tutte cose così… io sono stato perito in dei processi anche a Trieste per un ragazzo che si era suicidato, hanno una modalità di lavoro incredibile".

Conosciuto da oltre dieci anni dai medici di più provincie, dalle forze dell’ordine e soprattutto dalla magistratura, Seung circolava indisturbato...

"Si muoveva tranquillamente. Noi per difenderci nel 2016 abbiamo dovuto chiedere al Questore di Lucca un ammonimento. Nel 2018 il divieto di avvicinamento. Lui veniva qui con violenza e abbiamo dovuto stopparlo. In tribunale, per quanto ne so, hanno tenuto aperti ben quattro processi, invece di unirli, se la sono presa tranquilla… una situazione drammatica".

I primi contatti con la vostra struttura?

"Il primo contatto avvenne quando due medici che lavoravano fuori furono chiamati dal servizio sociale del Comune, perché la mamma aveva grosse difficoltà a gestirlo. Una volta le aveva infranto il vetro della macchina. Lo seguiva un giovane medico che si chiama Martinucci. Un altro, Cerù, aveva convalidato la proposta di trattamento sanitario obbligatorio (2008). E richiede un accertamento sanitario nel 2009, affidando poi Seung allo zio di Napoli".

Il dottor Martinucci subì un’aggressione.

"Il ferimento del mio collega Martinucci fu drammatico. Stava mangiando un panino, lo assalì da dietro ferendolo al volto con una penna. Venti punti di sutura".

Sul suo profilo Facebook scriveva e condivideva ‘post’ spaventosi.

"Le ultime dichiarazioni avevano lo scopo, a mio avviso, di voler appositamente fare il matto. Sparo cose enormi così almeno non mi puniscono, sono malato… dice di essere nipote di Matteo Messina Denaro. Lui – da persona abbastanza semplice qual è – ritiene che in questo modo possa sfuggire alle punizioni. Lui è stato in prigione solo per delle molestie sessuali a una ragazzina di circa quattordici anni".

Immaginava un simile epilogo?

"È chiaro che noi sapevamo di avere a che fare con un fanatico che all’epoca aveva anche delle protezioni politiche che gli hanno concesso di avere spazio… e a noi stavano con 'il fiato sul collo', per usare una espressione del Seung. Quindi, avevamo sì paura, ma che arrivasse proprio ad ammazzare… certo, Martinucci poteva ammazzarlo".

È stato un bene chiudere i manicomi?

“Entriamo in un discorso che assume anche una valenza culturale. Certo, hanno chiuso i manicomi, poi gli ospedali giudiziari e adesso ci sono le REMS che hanno meno della metà dei posti degli OPG”.

Quale idea personale si è fatto?

"Lui è stato periziato da tre periti. Due psichiatri e un criminologo. Hanno detto che è imputabile, ha un disturbo narcisistico, antisociale, quindi è un problema di personalità, non è un quadro psicotico. L’ultimo psichiatra che lo ha visto ha sostenuto invece che fosse delirante. Io l’ho letta la perizia e conoscendolo da tanti anni diceva cose strampalate perché si era reso conto che stavano arrivando delle nubi nere e quindi ha pensato di uscirne facendo il matto".

Dopo questo fatto è più spaventato dalla mente umana?

"Io sono spaventato dalle cose che non funzionano come da noi. Ho svolto l’incarico di perito di parte nel caso del mostro di Bolzano, ho visto abissi... Non provo spavento, ma dispiacere per la giovane collega e tanta rabbia, nonostante le denunce non è accaduto niente. Una richiesta...".

Mi dica.

"Scavate in questa storia".

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