Al negazionismo si oppongano idee, non codici

Nella scuola c’è un po’ di tutto. Tra i docenti del liceo artistico di via Ripetta c’era un insegnante di Storia dell’arte, così a destra da ritenere poco educativa una gita scolastica ad Auschwitz: un pensiero pericoloso, non esternato in classe durante le lezioni, ma in consiglio di fronte a una decina di persone. Tra i presenti qualcuno, affetto da protagonismo fulminante, violando il segreto professionale circa quello che ci si racconta nelle riunioni, ha pensato di informare prima di colleghi, preside e genitori, i giornalisti di «Repubblica» e «Corriere della Sera», gettando fango su tutto e tutti. Naturalmente alcuni conclamati depositari della verità si sono dissociati dal prof. negazionista che è stato sospeso dall’insegnamento. Tutto ciò all’insaputa di gran parte del collegio docenti. Personalmente sono nauseata dal comportamento dello spione contro un collega, anche se imprudente, ma che tutti rispettiamo e stimiamo pur non condividendone le idee politiche.

Inoltre trovo che sia nostro dovere infondere fiducia nei ragazzi, (adolescenti e depressi, si definiscono «Emo», simili a Punk, ma più tristi) senza dimenticare il passato, ma visitando luoghi per cui arte e cultura possano essere una speranza, un motivo di crescita. Nessuna denuncia per chi spinge studenti minorenni a manifestazioni politiche, li confonde, li usa.

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