«Nel 2006 Sarkozy salvò Dsk da un altro scandalo sessuale»

L’ultima di giornata è che l’ex direttore del Fondo Monetario, Dominique Strauss-Kahn, era stato beccato sul finire del 2006 alla periferia di Parigi con una prostituta nella sua auto, l’auto di lui; e che il presidente Sarkozy, per carità di patria, e per mettere in piedi un simpatico dossier che può sempre venir buono, aveva disposto la distruzione della multa che il signor direttore aveva beccato da un flic. Il quale flic si era fatto saltare la mosca al naso non tanto per l’episodio in sé, quanto per quell’ovvio, patetico, antipatico «lei non sa chi sono io» con cui il Nostro - che ci ha rifatto come vedremo anche con la cameriera Ofelia - aveva pensato di chiudere il... diciamo caso.
Insomma, al di là dell’episodio, eccoci di nuovo al punto: all’affiorare, cioè, di una travolgente, conclamata, urgentissima passione per la gnocca che non si ferma neppure, nonostante gli obblighi imposti dalla feluca da grand’ammiraglio del Denaro, e dallo spadino da ministro, davanti alla giovanilistica prassi della camporella. Sicchè lentamente, ora che si è dato fondo a tutta l’esecrazione e lo sdegno possibile, e ora che nessuno potrà accusarci di maschilismo e di partigianeria per un uomo che (se l’accusa sarà provata, ed è piuttosto facile) ha commesso una solenne porcheria, comincia a emergere il periscopio e già quasi tutta la torretta di un sentimento non facile da confessare. Un sentimento tutt’affatto diverso dalla riprovazione, che accomuna uomini e (insospettabilmente, ma mica tanto, a ben pensarci) donne; dove la curiosità per Dominique Strauss-Kahn, questo sessantaduenne con l’aria e il portamento di un don Tano o un don Totò, ora che è stato spogliato della sua allure di uomo potente e charmant, vira nell’ammirazione e stinge nell’invidia.
Come fa? ci si chiede. Come ha fatto, un uomo di sessantadue anni con la gamba corta da cinghiale e la pancia affermativa di un Tony Soprano a trovare l’energia per queste esplosioni ormonali che ne impiombano, per certi altri versi, l’esistenza? Quale medico, quale sciamano, a quale uomo della medicina si è rivolto l’ex signor direttore? Che razza di Viagra può essere, posto che di Viagra o equipollenti si tratti, se non rinforzato alla nitroglicerina?
A rivelare la nuova vicenda tutta francese è il quotidiano Le Monde che dice di averla imparata dall’entourage del presidente. Storia che offre un coté per niente simpatico, e ricorda le intramontabili «indagini» di certi organi inquirenti che in qualsiasi angolo del mondo, nell’Est comunista di un tempo, come nell’Ovest di presidenti simpatici e disinvolti e di allegre Marilyn, sempre hanno costruito sul sesso degli altri faldoni e ricatti e processi.
Le Monde allude all’esistenza di una cellula all’Eliseo specializzata in segreti «piccanti» di uomini politici da azzoppare alla bisogna. Sarebbe stato proprio Sarkozy, al suo arrivo al ministero dell’Interno nel 2002, ad aver formato questa squadra di fedelissimi informatori tra cui figurano il capo dei servizi segreti Squarcini, l’attuale ministro dell’Interno Claude Gueant e il prefetto di Parigi Michel Gaudin.
A New York le notizie son queste. Primo: il Dna di alcune tracce biologiche trovate sugli abiti della cameriera del Sofitel, Ofelia, sarebbe disgraziatamente quello del Nostro. Secondo: nell’impossibilità di contattare la cameriera del Sofitel che lo accusa, gli amici di DSK hanno offerto un’ingente somma di denaro ai suoi parenti che vivono in Guinea per indurre la donna a ritirare la denuncia per violenza sessuale.

Terzo: durante l’aggressione a Ofelia, il signor direttore, un po’ per calmarla, un po’ per ottenerne i favori sbottò in un imperdonabile: «Ma non sai chi sono io? Tranquilla: non perderai il lavoro, figuriamoci. Ma davvero non sai chi sono io?» Col che si torna alla storia del 2006, periferia di Parigi.

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