Roma

Via Nizza: e ora l’incubo ingorgo

Marcello Viaggio

Via Nizza, riapre la strada alla circolazione e tornano le polemiche. «Basta con la Strada Verde - tuonano dall’associazione commercianti Per via Nizza Viva.
Ieri mattina l’importante arteria del quartiere Salario è stata finalmente riaperta ai mezzi di trasporto pubblico dopo 4 mesi di lavori. Sono state ripristinate le fermate dei bus 38, 80 Express, 80 Express Limitata e 88. Interdetto, come sempre, il traffico delle auto private in entrambi i sensi.
Per ridurre le vibrazioni ai palazzi, dovute soprattutto ai pesanti jumbo bus che percorrevano a forte velocità la strada libera dalle auto, il Comune ha piazzato un semaforo nel tratto fra gli incroci con via Brescia e via Mantova. Grazie a dei sensori, il semaforo segna luce rossa appena i mezzi in arrivo superano i 25 chilometri all’ora. Il contrario di quanto accade con l’onda verde, insomma. Basta accelerare per trovare la strada sbarrata. L’idea non è piaciuta affatto a quelli di «Via Nizza Viva»: «La strada è percorsa anche dai taxi, da mezzi delle forze dell’ordine, da auto del Corpo Diplomatico, delle Asl, delle poste e quant’altro - sbotta il presidente Giuseppe Lucà, antiquario -. Basta che una sola di queste vetture acceleri un pochino, specie in discesa, per bloccare il semaforo. A settembre è facile immaginare il risultato. La via sarà eternamente paralizzata».
I commercianti, fin dall’inizio delle proteste, hanno chiesto al Comune di riaprire la via alle auto e deviare i bus in salita sulla vicina via Savoia. «La soluzione per noi è abolire la Strada Verde, mettendo il senso unico a via Nizza in discesa per bus ed auto; con via Savoia a senso unico nell’altra direzione» spiega Remo Nicoletti, titolare di un negozio di bigiotteria. Un mese fa l’assessore alla mobilità del Comune, Calamante, ha detto no: «Di mandare i bus a via Savoia non se ne parla, la strada è troppo stretta». «Tutte scuse - replica Nicoletti -, basterebbe far sostare le auto in fila anziché a spina di pesce per guadagnare i metri necessari. La verità è che a via Savoia abitano alcuni vertici del Campidoglio, che non gradiscono il traffico sotto casa».
E ora che succederà? I lavori erano stati imposti al Comune dalla magistratura, dopo il ricorso dei residenti per le vibrazioni degli edifici al passaggio dei jumbo. «I tecnici del XII Dipartimento hanno completamente ricostruito la soletta, installando lungo tutta la carreggiata e i marciapiedi dei sistemi anti-vibrazioni - spiega una nota del Comune -. Anche l’asfalto fono-assorbente permetterà di limitare i disagi». Se i lavori basteranno, si vedrà concretamente di qui a uno-due anni. «In ogni caso la strada è destinata ad andare in rovina - ribatte Lucà -. Il 70-80% dei commercianti da quando non circolano più le auto è fallito. Altri più giovani sono subentrati, ma anche loro non ce la fanno, man mano chiudono». Sul futuro di via Nizza un tavolo di concertazione fra Comune, II Municipio, e commercianti è stato sollecitato a Calamante dall’europarlamentare di Forza Italia Antonio Tajani e dall’assessore del II, Daniela Chiappetti. Niente. Calamante tira dritto, punta a guadagnare tempo, sperando che dopo le elezioni comunali del 2006 la patata bollente tocchi a qualcun altro. Intanto la strada si trasforma, ai negozi eleganti ne subentrano altri più modesti. Due mesi fa ha chiuso per sempre la pompa di benzina all’inizio di via Nizza, a piazza Fiume.

«Veltroni invece di dare soldi agli immigrati per farli diventare imprenditori - rimarca Luca - dovrebbe darli come indennizzo agli esercizi commerciali che ovunque in città stanno fallendo per le scelte cervellotiche del Comune, come a via Nizza».

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