Daniele Petraroli
Castel di Guido e tre. Per tutto il pomeriggio di ieri è proseguita la protesta degli abitanti contro il trasferimento del campo nomadi di vicolo Savini nel camping «Lorium». In centocinquanta hanno bloccato la strada, via Castel di Guido appunto, mandando in tilt la circolazione nella zona. Nessuno crede alle precisazioni del Comune che insiste: «È solo unarea per lo stoccaggio dei cointainers della Protezione civile». Neanche la precisazione della Protezione civile stessa, che ha negato ogni coinvolgimento, è servita a mettere il Campidoglio con le spalle al muro. «È un equivoco - insisteva ancora sabato pomeriggio lassessore alle politiche sociali Raffaella Milano - la nota è del dipartimento nazionale noi invece lavoriamo con la Protezione civile di Roma».
«Siamo esasperati - spiega Luigi Tonti, presidente del comitato Castel di Guido - in questa zona abbiamo già due campi nomadi e un insediamento abusivo di romeni. Ci piacerebbe che questo campeggio, che è provvisto anche di piscina, ristorante e sala da ballo, fosse destinato ai residenti della zona. Il nostro presidio continuerà a oltranza finchè il Comune non farà marcia indietro». Tante signore anziane, tanti bambini, tante famiglie che hanno rinunciato a una domenica al mare per far sentire la loro voce. Camminano lentamente sulle strisce pedonali, al collo un cartello («Ancora nomadi. Grazie Veltroni questo territorio lo vuoi far diventare la pattumiera di Roma»), e rabbia nella voce. «Non abbiamo nemmeno una scuola media - le parole di una signora - e ora manca pure unaula per le elementari. Non ce la facciamo più». Tra loro anche il presidente del XVIII Municipio Vincenzo Fratta: «Alle parole del sindaco ci crediamo. Adesso però riceva una nostra delegazione e ci spieghi come stanno le cose. Certo in questo caso non si capisce perchè hanno affittato il terreno a un privato per poi riprenderselo a un prezzo venti volte superiore. Inoltre sarebbero incomprensibili le ammissioni degli operai e degli zingari. Tutti hanno riferito lo spostamento del campo di Ponte Marconi».
Inoltre attualmente nel campeggio vivono 5 o 6 nuclei familiari terrorizzati dallidea di trovarsi circondati dai rom.
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