Ugo Cappellacci, era meglio quando la Sardegna non se la filava nessuno, eh?
«Mi piacerebbe che ci considerassero per altre cose».
Pure Gheddafi parla di voi: «È come se noi ci intromettessimo negli affari della Sardegna», ha detto.
«Dica al Colonnello che facciamo bene da soli, siamo più evoluti e più pacifici».
Una delle basi per l’attacco alla Libia è a Decimomannu, Cagliari.
«Veder passare i jet militari non sarà come veder volare gli aquiloni, ma non temiamo attacchi. Certo sarà una penalizzazione in più».
La Sardegna è fra le regioni più penalizzate sul piano economico, con un saldo negativo sul petrolio.
«Un aspetto positivo c’è: le navi da crociera sono già state dirottate dai porti del Nord Africa a Cagliari».
Mors tua vita mea, cinico!
«Nessuno auspica il protrarsi del conflitto, ma è un dato che i flussi turistici si spostano, accadrà anche per il Giappone».
A proposito. «Margherita Hack la centrale nucleare se la faccia a casa sua». Parole sue, conferma?
«Lo so cosa pensate tutti».
Che il governatore sardo, che è del Pdl, parla come quello, già comunista, della Puglia, Nichi Vendola.
«Ma non è per emotività né per isterismo da sindrome giapponese che diciamo no».
Dicevate no già nel 2009, il consiglio regionale votò all’unanimità.
«Esatto!».
C’era comunque il suo governo: il piano di rilancio del nucleare è dell’allora ministro Scajola.
«Comunque la Sardegna ha deciso. Daremo un contributo importante sulle energie alternative: fotovoltaico, biomasse...».
Detto da uno sotto inchiesta per gli appalti eolici...
«Col piccolo particolare che non ho mai concesso autorizzazioni. Per me parlano gli atti amministrativi».
E il suo sito web: evviva l’election day e no al nucleare, scrive.
«Il 15 maggio, con le amministrative, ho indetto un referendum consultivo regionale sul tema».
Un anticipo del referendum nazionale.
«Far coincidere le date ci consentirà di risparmiare ingenti risorse e favorirà la partecipazione».
Sono le ragioni del centrosinistra per sostenere l’election day, bocciato dalla maggioranza...
«Il mondo è bello perché è vario. Governo una Regione autonoma, fisso io le date».
Ma non l’hanno chiamata da Roma per sgridarla?
«Le assicuro che se chiamano non cambia nulla. Siamo fratelli d’Italia, ma sardi».
Comodo.
«Scomodissimo. Nell’immaginario collettivo, soprattutto dopo il caos-Giappone, il nucleare è pericoloso e irrispettoso dell’ambiente».
Sta a voi amministratori spiegare ai cittadini che non è così, le direbbe il ministro Prestigiacomo.
«Bene, ma mentre aspettiamo di spiegarglielo io devo far crescere il territorio, che soffre di un ritardo nello sviluppo. Il piano di rinascita è rimasto una chimera...»
Ma son 50 anni che ne parlate!
«Appunto. Il Regno di Sardegna ha fatto l’Italia, ma da allora paga dazio».
Come dire: mi ci mancano le centrali?
«Abbiamo già l’industria chimica che, col progetto Eni-Novamont, stiamo cercando di trasformare in green economy, la raffineria Saras a Cagliari che significa petroliere, e poi servitù militari in abbondanza... Il territorio ha dato».
Ha dato ma ha anche preso, lei coordina le Regioni a Statuto speciale.
«Infatti ho chiesto al governo un tavolo ad hoc sul federalismo, per concordarne l’attuazione».
Traduciamo «concordare l’attuazione».
«Il trasferimento delle competenze alle periferie e la responsabilizzazione degli amministratori nella gestione delle risorse non ci spaventa, siamo pronti».
Sento arrivare un «ma».
«Ma bisogna tenere conto che il Paese viaggia a due velocità. La locomotiva del Nord non può staccarsi dai vagoni del Sud».
Pronto? Vendola?
«Ma guardi la Sardegna!»
Siamo qui apposta.
«Abbiamo la stessa superficie della Sicilia, ma un quarto degli abitanti: sa cosa significa in termini di spesa sanitaria? Per non parlare del divario infrastrutturale: ferrovie, autostrade».
Serve un ponte per Roma.
«Basterebbe che ci fosse la stessa libertà di movimento per tutti da e per la Sardegna, con l’abbattimento dei costi dei voli anche per i non residenti. Il turismo si incrementi con l’attrattività».
Ma allora perché avete aumentato l’addizionale sulle concessioni demaniali?
«Al contrario, le abbiamo scongiurate! Così come abbiamo abolito le tasse di Soru su lusso e soggiorno. L’aumento era stato inserito in un collegato alla Finanziaria dai nostri uffici. Quando me ne sono accorto l’ho soppresso con un emendamento».
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