"No a un ministro thatcheriano"

"No a  un ministro thatcheriano"

da Roma

È l’unico ministro di Rifondazione, uno dei quattro «ribelli» della lettera che chiede a Prodi una «inversione di tendenza» nella politica economica. Il più intransigente nel denunciare, in nome della «difesa degli ultimi», «la cedevolezza del collega Padoa-Schioppa alle pressioni thatcheriane della Banca Europea». Paolo Ferrero è un uomo pacatissimo, ma marmoreo. E quando parla del ministro dell’Economia non scherza: «Non lo invidio. Lui per il suo ruolo incontra un giorno sì e uno no i banchieri europei e i ministri del bilancio. Io gli anziani e gli sfrattati. Sarebbe bello, e forse utile, per un giorno, fare cambio di ruoli».
Ministro, partiamo dalla lettera. I moderati dell’Ulivo dicono che siete dei «frondisti»....
«Sì, ma che significa? La fronda è occulta, e noi abbiamo posto un problema alla luce del sole...».
«Congiurate» contro il governo in un momento difficile?
«Lo stiamo aiutando a recuperare consenso, direi».
Rutelli dice che non ci sono molte strade: o si fa lavorare di più la gente, o si tagliano le pensioni.
«Ehhhh...».
Prego?
«Mi stupiscono, questi rigorismi tardivi: io il programma dell’Unione l’ho condiviso, ma non l’ho materialmente firmato. Lui invece l’ha firmato!».
Vuol dargli del «traditore» di promesse elettorali?
«Tutto quello che abbiamo chiesto è nel programma. Ci accusano di avere una piattaforma massimalista. Peccato che l’abbiano sottoscritta senza obiezioni!».
È un dogma per lei?
«No. Ma un impegno sacro, dopo che l’ho propagandata con questa faccia davanti alle fabbriche!».
I riformisti dicono: prima bisogna risanare.
«Faccio un esempio “riformista” concreto?».
Prego.
«Abbiamo bloccato per legge gli sfratti per ultrasessantenni e disabili che guadagnano - badi bene! - meno di 27mila euro».
Questo c’entra con la lettera?
«C’entra. Il provvedimento, lo abbiamo messo a punto con il ministro Di Pietro. E costa. Sa quanto? Mezzo miliardo di euro. Se non si trovano questi soldi per finanziare la soluzione del problema, a Natale questi staranno sotto i ponti».
Una tragedia.
«Non accetterei che il mio governo non trovasse queste risorse».
Però poi volete anche abbattere lo scalone!
«Anche quello è nel programma e quindi...».
Firmato da Rutelli. Ma costa.
«Senta, le statistiche dicono due cose. Primo: siamo il sistema previdenziale più stabile al mondo dopo l’Austria, lo sapeva?».
E secondo?
«Tenere lo scalone significa chiedere a chi è nato negli anni ’50, e spesso ha iniziato a lavorare tra il ’65 e il ’70, di farlo per 40 anni».
In Europa è così.
«Sono per dare incentivi a chi continua a lavorare, non per obbligarlo. Se non si minacciano leggi estemporanee, le persone, quando possono, preferiscono continuare a lavorare».
Vi muovete solo perché c’è il picco di impopolarità del governo?
«No, perché c’è disagio sociale. Abbiamo risanato? Ora redistribuiamo risorse!».
Ma il debito è enorme. E Padoa dice: gli studi di settore produrranno meno gettito rispetto ai primi calcoli.
«Sì, ma c’è la lotta all’evasione! Continuo a considerare scandaloso che i redditi dei gioiellieri, da noi, continuino a far sembrare dei paperoni gli operai».
Quattro partiti di sinistra si riuniscono per dettare la linea a Prodi.
«E beh? Quando sono i leader del Pd, a farlo, nessuno si scandalizza, però».
Qualcuno ironizza che facciate i «protettori»... dei sindacati.
«Protettori noi? Se lo siamo dei lavoratori mi va benissimo».
Perché Padoa-Schioppa sarebbe insensibile a queste richieste?
«Glielo dico solo se mi assicura che anche se siamo su Il Giornale scriverà che tutto questo io lo considero l’eredità economica del governo di Berlusconi».
Allora me lo dica pure, perché l’ho già scritto.
«Trovo vergognoso che la Bce abbia alzato i tassi di interesse, in otto volte, di ben due punti. Quanto costa questo scherzo alle famiglie italiane, per esempio a chi paga i mutui? 30 miliardi di euro».
Che c’entra «Tps»?
«Dalle istituzioni economiche europee arriva un vento monetarista, integralista, thatcheriano: ignora l’occupazione, i bisogni, i disagi sociali, considera il deficit come unico obiettivo».
È la linea di Padoa-Schioppa?
«Da ministro dell’Economia la subisce. Certo più di me che vedo solo sfrattati, sindaci senza soldi e anziani.

Gente disperata, a cui non ho soldi per dare risposte».
Si immagina se li facesse incontrare a Padoa-Schioppa e lei si occupasse dei banchieri?...
(Ride) «Fare a cambio per un giorno? Sarebbe bello. Non so a chi conviene. Davvero non lo so».

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