Il momento economicamente delicato e il protrarsi delle difficili condizioni di mercato si avvertono anche nel settore fieristico. Dal 2007 a oggi, i metri quadrati venduti sono diminuiti e alcuni player incontrano difficoltà. Questo rappresenta una criticità per il sistema Paese, poiché attraverso le fiere a carattere internazionale passa una consistente quota dell'export italiano. Inoltre, lo strumento «fiera» è l'unico mezzo di promozione sui mercati esteri per tre imprese industriali su quattro, e per l'88% delle Pmi. Soprattutto per quelle che vogliono affrontare Paesi lontani e con culture diverse, le fiere rappresentano un elemento strategico per lo sviluppo dell'export e per la promozione del Made in Italy, ma la coscienza di questo non è ancora sufficientemente diffusa tra le istituzioni. Nonostante questo, il sistema fieristico è pieno di energia e di idee e ha lavorato, e continua a farlo, per affrontare il 2013 con la giusta strategia basata sui fondamentali pilastri dell'innovazione e dell'internazionalizzazione. Per reagire alla crisi è importante rinnovarsi, adattare i format delle manifestazioni alle nuove esigenze. Una fiera svolge la sua funzione strategica nel momento in cui evolve e offre nuovi servizi e opportunità: servizi per conoscere meglio il mercato e servizi finanziari per l'assistenza alle vendite all'estero. Non va dimenticato che le fiere italiane rappresentano un settore con 2.000 addetti e quasi un miliardo di fatturato complessivo, che salgono a circa 6mila addetti e a oltre 2,5 miliardi con l'indotto diretto. Nonostante questi numeri significativi, le fiere non sono ancora considerate come dovrebbero, cioè parte integrante delle politiche industriali. È necessario un intervento di sistema. Le istituzioni dovrebbero considerare con più attenzione il comparto. Al nuovo governo auguriamo più stabilità possibile e, auspicando che non si debba rimettere ogni volta in discussione quanto fatto nel passato, rinnoviamo già ora la richiesta che abbiamo caldeggiato anche ai governi passati: serve sostegno al comparto, occorre riconoscere le fiere quale leva indispensabile per l'export e che siano considerate quali concreti strumenti della politica economica.
Chiediamo concretezza e azioni di sistema, definizione dei diversi ruoli con una chiara distribuzione dei compiti tra fiere, Ice, Camere di commercio e Regioni, supporto economico e azioni congiunte per una strategia finalizzata all'armonizzazione dei calendari.
Da parte nostra serve un'alleanza forte, una compattezza associativa maggiore, un vero gioco di squadra in cui tutti seguano le stesse logiche e lavorino per gli interessi comuni.
*Presidente di Aefi
Associazione esposizioni e fiere italiane
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