Caro Granzotto, ho preso parte alladunata del Capranica dei «servi liberi» per far festa a Berlusconi. Con me, mia moglie e una coppia di amici. Quando tutto è finito e siamo andati in un vicino ristorante abbiamo tirato le somme della manifestazione: molto riuscita e confortante per gli ammiratori di Silvio Berlusconi, abbacchiati per le scoppole di Milano e Napoli. Ci sono piaciuti gli interventi di Ferrara, Belpietro, Feltri, Sechi e del nostro direttore Sallusti, anche se la proposta di Ferrara, le primarie, non ha fra di noi un grande indice di gradimento. Meglio un congresso, un grande Capranica aperto a tutti che detti la linea. Quello che dà fastidio oggi è il tramestio interno al Pdl con molti che cercano di smarcarsi formando correnti di fronda. A noi piacerebbe anche che il governo avesse una sola voce. Siamo daccordissimo con Ferrara sui monologhi di Berlusconi diventati un po imbarazzanti. Anche gli interventi delle «infiltrate» Marina Terragni e Ritanna Armeni non ci sono dispiaciuti e mi dispiace per i fischi. Non che quanto hanno detto sia condivisibile, ma qualche voce di critica non deve mancare in manifestazioni del genere. Un po meno efficaci gli interventi delle personalità politiche, a parte la simpatica napoletanità della onorevole Mussolini. Che dobbiamo ricominciare da capo, che dobbiamo stringere i ranghi e che le sconfitte di Milano e Napoli non compromettono la forza della Casa delle Libertà lo sappiamo. Avremmo gradito sentire qualcosa sulla vitalità del partito e del governo. Ci è infine dispiaciuto che Berlusconi non abbia trovato il tempo per venirci a conoscere e salutare. Si vede proprio che è giù di morale perché un tempo non si sarebbe lasciata sfuggire loccasione. Però la manifestazione è andata bene ed è servita a dare tono e fiducia agli elettori della Casa delle Libertà. Ci siamo chiesti perché lei, che pure è un combattivo «servo libero e forte» e che sostiene quasi quotidianamente le ragioni del berlusconismo e le sragionevolezze dellantiberlusconismo non fosse sul palco del Capranica. Non mi sembra da lei disertare in momenti come questi. In ogni modo, una bella iniziativa.
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Assenza giustificatissima a quanto si legge, caro Sella. Affari di governo e dunque un legittimo impedimento: quello che il trinariciutismo referendario intenderebbe abrogare (un po dubbiosi sulla predominanza dei «sì» adesso quei tipi cominciano a dire che il solo raggiungimento del quorum rappresenterebbe unaltra sonora sconfitta del Cavaliere. Troppo facile, ma anche così non diamogli speranze: sabato e domenica tutti al mare. Lasciamo che a far quorum siano Giorgio Napolitano e compagni). Anche a me è piaciuta la rimpatriata del Capranica, solida manifestazione di noi servi e orgogliosi di esserlo. Lho seguita in diretta, dal sito del Foglio. Quanto al palco, era destinato agli ammiragli - i «miei pari», come ha detto Giuliano Ferrara - della flotta. Non ai mozzi, ancorché liberi e forti. E poi, meglio così. Perché al sesto «miscion» squadernato da Giorgia Meloni - linglese «mission» non manca di corrispettivi in lingua italiana, signora ministra: finalità, obiettivo, proposito, meta, traguardo, scopo, intento, piano, progetto, programma.
Paolo Granzotto
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