Emmanuele Gerbone
da Genova
Riccardo Garrone la sua partita lha giocata così. Con un occhio pure alla scaramanzia, stai a vedere che la mossa è quella giusta? Ha vinto lui, leggere (il risultato finale) per credere. Perché? È andato a pranzo con Adriano Galliani, hanno parlato di tante cose e poi il presidente blucerchiato lo ha invitato ad assistere alla gara accanto a lui: «Bisogna inventarsi nuove cabale, penso che non si siederà mai più vicino al presidente della squadra ospitante», racconta Garrone. Che, un secondo dopo il triplice fischio di Bertini, annusava, sentiva, gustava il profumo dellimpresa. Quella che devi scrivere tutta in maiuscolo dalla prima allultima lettera. Festeggia il patron doriano e lo fa alla grande. Vorrebbe congelarlo quel momento di gloria perché istanti così finiscono dritti, dritti nella storia. «È stata una soddisfazione incredibile, non era assolutamente facile: affrontavamo una grandissima squadra, soprattutto a pochi giorni dal nostro impegno di coppa Uefa in Portogallo. Si è visto il carattere e la grinta di Novellino».
La grande giornata della Samp la vedi anche nella faccia sorridente di Walter Novellino che guarda la platea dei giornalisti nella pancia del Luigi Ferraris e trova pure il modo di fare uno di quei dribbling che ti fanno perdere la bussola. Perché le sue prime parole sono queste: «Lunica pecca della nostra gara è stato il gol che abbiamo subito». Parte con questa frase un po a sorpresa ma mica tanto. Quelli vincenti fanno così. Non si accontentano mai anche quando potrebbe mostrare un sorriso bello e luminoso come il sole.
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