Tutta questione di trucco, basta solo saperlo usare. La matita? Roba da principianti. Per fare il restyling di un manuale un po’ démodé (e magari scritto da un autore morto e sepolto), meglio utilizzare un bel programma grafico. I contenuti? Be’, quelli alla fine sono praticamente sempre gli stessi, tocca solo agli studenti riuscire a impararli.
Le chiamano nuove edizioni, (le evidenziano con bollini blu, titoli rossi, o caratteri macroscopici) e però, quasi sempre non sono altro che minestre riscaldate. La ricetta: prendere le foto e ingrandirle quanto basta, aggiungere una manciata di tabelline, stendere per bene con il mattarello il carattere del testo e zac: il nuovo libro è pronto per andare in stampa. Una volta infornato, capita che il volume cresca un po’ e allora le pagine aumentano. La controindicazione: il testo potrebbe risultare indigesto, soprattutto alla fine della lezione, quando si aprono i diari e il professore detta i compiti: «Per domani fate l’esercizio x a pagina y». Peccato che se il libro l’hai comprato usato, o te l’ha passato il fratello maggiore, numeri e pagine siano tutti mescolati. Capita anche con le lingue morte, che per definizione di aggiornamenti non ne possono subire. E poi i titoli dell’indice, sembra che buona regola degli editori sia cambiare quelli dei paragrafi (e però solo quelli... ), l’immagine di copertina e al massimo un verbo ogni tanto, perché la scelta di pubblicare una nuova edizione, in qualche modo andrà giustificata. Prendiamo «il Dodero», incubo di generazioni di studenti negati in matematica e confrontiamo la prima pagina di esercizi sugli insiemi dell’ultima edizione (NUOVI Elementi di matematica) con quella della precedente. La differenza? Nel primo caso saremo a pagina 46, nel secondo a 24. Neanche a dirlo, gli esercizi sono identici. Un particolare: il numero 3 del vecchio testo chiede di «rappresentare l’insieme delle persone nate a Roma che sono state sulla Luna», il nuovo invece, domanda di «determinarle».
«La prof vuole solo l’ultima edizione». Oppure: «Me lo dia nuovo, non voglio che mia figlia si trovi in difficoltà».
E infatti, ora che l’antitrust tiene sotto controllo i prezzi dei libri, il valzer delle nuove edizioni miete solo una vittima: il mercato dell’usato. E di conseguenza, le tasche dei ragazzi con meno possibilità.
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