«Laltra Modernità: La filosofia russa oggi. Sfide, idee, prospettive per il nuovo millennio» è il titolo del convegno che si svolge oggi (dalle 9 del mattino) nella sala conferenze del Museo di SantAgostino, a Genova. Il convegno - che vede la partecipazione di eminenti professori e filosofi russi convenuti a Genova da diverse regioni della Russia (Mosca, San Pietroburgo, Saratov) e d'Europa (Friburgo) - è stato organizzato dal Sindacato Libero Scrittori Italiani nell'ambito delle celebrazioni dedicate al 2011 «Anno della Lingua e Cultura Italiana in Russia e della Lingua e Cultura Russa in Italia», col Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Liguria, della Provincia di Genova, del Comune di Genova, dell'Università di Genova, del Centro per lo Sviluppo dei Rapporti Italo-Russi, della Fondazione Augusto del Noce, della Federazione Unitaria Italiana Scrittori.
Particolarmente ricco il programma degli interventi. Molte sono infatti le componenti che caratterizzano il pensiero post-sovietico, un pensiero che si è sviluppato dal bisogno dell'autoconoscenza e del confronto con laltro, da un ripensamento e da una rivalutazione della propria storia e del proprio passato. Le premesse di questa riflessione vanno cercate nella perestrojka di Gorbaciov (1985), periodo nel quale molte opere filosofiche dimenticate, condannate, «espulse» dai canoni dell'ortodossia marxista riappaiono in libri e riviste. Dopo questa epoca, i russi possono leggere le opere dei filosofi costretti all'emigrazione (Karsavin, Berdjaev, N. Losskij, Vyeslavcev, Ivan Il'in, Sergej Bulgakov); le opere dei filosofi che, rimasti in Patria, sono stati fisicamente eliminati negli anni Trenta (Nesmelov nel 1932, Florenskij e pet nel 1933); le opere dei filosofi che, ridotti al silenzio, vivevano in uno stato marginale (Bachtin, Mamardvili, Losev).
Tuttavia, bisogna tener presente che parlare di filosofia post-sovietica non significa solo parlare delle specificità del pensiero russo o dei problemi legati all'elaborazione - e alla conseguente collocazione o ricollocazione nel contesto del pensiero europeo - di una nuova o rinnovata autocoscienza nazionale. Parlare di filosofia post-sovietica significa anche - e soprattutto - recuperare la filosofia sovietica nell'ambito della storia della filosofia contemporanea (ad esempio, figure come Scedrovickij e Ilenkov), superare l'approccio valutativo che ha caratterizzato la filosofia della perestrojka e del primo periodo post-sovietico, per concentrare la propria attenzione su tematiche e problemi degni di essere riportati nell'ambito della filosofia russa.
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