Obama alla Casa Bianca: passaggio di testimone

Incontro "amichevole" e "produttivo" tra il presidente Bush e il presidente eletto Obama. Il colloquio, durato circa un'ora, si è incentrato sui maggiori problemi che l’America deve fronteggiare: dalla crisi economica a due guerre da combattere

Obama alla Casa Bianca: passaggio di testimone

Washington - Il presidente George W. Bush ed il presidente eletto Barack Obama hanno avuto ieri alla Casa Bianca un incontro definito da entrambe le parti "amichevole" e "produttivo". Obama è entrato oggi per la prima volta in vita sua nell’Ufficio Ovale per un colloquio di un’ora dedicato ai maggiori problemi che l’America deve fronteggiare: dalla crisi economica a due guerre da combattere. Successivamente Bush e Obama si sono trasferiti nella residenza privata, dove si trovavano già Laura e Michelle, l’attuale e la futura first lady, per una visita all’appartamento della Prima Famiglia, comprese le stanze dei figli e la famosa Stanza di Lincoln, riservata agli ospiti.

La visita del neopresidente La visita di Barack e Michelle Obama alla Casa Bianca, durata in tutto due ore, è stata un intreccio di storia, tradizione e malumori elettorali da assorbire. È stata la prima visita della storia di un presidente eletto nero alla Casa Bianca. Una visita che rispetta la tradizione che vede il presidente uscente invitare il successore per discutere come procedere ad una fluida transizione tra le due squadre di governo. Ma è stata anche la visita alla Casa Bianca dell’uomo che per gli ultimi due anni non ha perduto occasione per sottolineare il "fallimento" delle sue politiche. E che già promette dal suo primo giorno in carica di rovesciare alcune delle decisioni prese da Bush nei suoi otto anni al potere. Ma la retorica delle elezioni è già alle spalle e la gravità dei problemi che l’America deve affrontare hanno imposto un primo incontro a quattr’occhi nello Studio Ovale, anticipato rispetto alla tradizione, tra i due presidenti.

La procedura di transizione Il colloquio è proseguito, in forma allargata, nella residenza privata del presidente alla Casa Bianca. Era stato lo stesso Bush ad insistere perché la prima visita di Obama alla Casa Bianca avvenisse prima possibile per discutere, oltre alla delicata procedura di transizione tra le due squadre, anche le urgenti questioni della crisi economica e delle guerre in corso (in Iraq, in Afghanistan e contro il terrorismo). Bush aveva sottolineato che è questa la prima volta in quattro decenni che il passaggio di consegne "avviene in tempo di guerra" e che è particolarmente importante che la transizione avvenga nel modo "più scorrevole" possibile. Un impegno per il quale Obama stasera lo ha ringraziato, secondo la sua portavoce Stephanie Cutter. Per Barack Obama, che era stato in passato almeno altre sette volte alla Casa Bianca, è stata questa però la prima visita allo Studio Ovale, il luogo che sarà il suo ufficio per i prossimi quattro anni.

Il ruolo delle first lady Obama è giunto alla Casa Bianca insieme a Michelle, che è stata condotta da Laura Bush ad un tour della residenza privata dei presidenti, al piano superiore, compresa la visita delle camere da letto della coppia Obama e delle stanze riservate alle due bambine - Malia di 10 anni e Sasha di 7 anni - che oggi sono però rimaste a Chicago e sono andate regolarmente a scuola. Obama, nella sua prima conferenza stampa da presidente eletto, aveva sottolineato che l’America "ha solo un presidente alla volta" e che fino al 20 gennaio tutte le decisioni spettano a Bush.

Il nodo della crisi economica Il presidente uscente si è comunque impegnato a tenere il suo successore costantemente informato sulle decisioni più importanti che devono essere prese, a cominciare dal vertice economico della prossima settimana, il G20, in programma a Washington e dedicato alla risposta da dare alla crisi che ha colpito i mercati finanziarie le economie di tutto il pianeta. Obama ha confermato ufficialmente, proprio oggi, quello che era nell’aria da tempo: che non intende partecipare in alcuna forma ai due giorni di lavori del G20, lasciando i riflettori e la responsabilità delle decisioni a Bush. I veleni della campagna elettorale non sono stati ancora completamente assorbiti. Ma il presidente Bush, fin dal suo primo commento alla vittoria di Obama, era stato insolitamente generoso col rivale di partito sottolineando la storicità dell’evento del primo presidente nero d’America e le speranze accese in milioni di persone da questa svolta che "molti non avrebbero mai immaginato di poter testimoniare nel corso della loro vita".

La visita di Barack e Michelle Obama alla Casa Bianca rende però ancora più tangibile per i Bush la scadenza inesorabile del loro lungo soggiorno nella famosa residenza: il 20 gennaio dovranno lasciare il posto alla coppia giunta oggi a controllare lo stato della casa e della nazione che riceveranno in eredità tra poche settimane.

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