Ocse: pil 2009 a -4,3%, Inflazione all'1,2% Produzione giù: -20%

Ocse in allarme: pil 2009 a picco. Previsioni nere anche per il 2010. Disoccupazione in crescita fino al 10%. Male i conti pubblici. Carovita ai minimi da 40 anni. La produzione crolla del 20%

Ocse: pil 2009 a -4,3%, 
Inflazione all'1,2% 
Produzione giù: -20%

Roma - Tutto male, tutto nero. La recessione nel 2009 in Italia porterà il pil ad una flessione del 4,3% (in linea con il -4,3% stimato per l’area Ocse, contro un calo medio del 4,1% dell’area Euro) a causa del calo degli investimenti, della contrazione del mercato delle esportazioni e dell’incertezza che frena la spesa dei consumatori. È quanto scrive l’Ocse nel suo rapporto di marzo, secondo il quale la struttura dell’economia italiana e la sua specializzazione nell’export di beni di lusso la "espongono alla piena forza della recessione in altri Paesi".

Disoccupati L’eccezionale grado di debolezza emerso nelle economie dell’Ocse con tassi di disoccupazione sopra il 10% negli Usa e l’area euro "porterà a livelli di inflazione vicini a zero in alcuni Paesi e alcuni vedranno dei livelli di prezzi in calo". Le previsioni, spiega l’Ocse, sono condizionate alla fine degli stress nel mercato finanziario. Il rischio maggiore è che l’indebolimento dell’economia reale possa ulteriormente colpire le istituzioni finanziarie e che le misure prese dai governi si rilevino insufficienti per ristabilire la stabilità e la fiducia mentre un’altra area di rischio è quella della tenuta dei Paesi del Centro ed Est Europa.

Aiuti di Stato L’Italia deve rifocalizzare la spesa "per allargare il supporto ai disoccupati e le loro famiglie" che "sarà più efficace degli aiuti ai settori industriali o degli sforzi per dirigere il prestito bancario". È quanto scrive l’Ocse nel suo rapporto di marzo secondo cui un migliore controllo nella spesa e l’ efficienza sono necessari per migliorare il valore del credito dell’Italia. Per l’organizzazione il tasso di disoccupazione nel 2009 passerà dal 6,8 al 9,2% per arrivare al 10,7% nel 2010. Secondo l’Ocse, inoltre, "ci sono limiti alle misure fiscali" dell’Italia, e "con un alto debito pubblico e un mercato" dei titoli di stato nervoso "non molto di più può essere fatto". A giudizio dell’organizzazione, quindi, il governo avrà bisogno di focalizzarsi sulle misure volte al consolidamento del bilancio nel lungo termine, "come ad esempio accelerare o estendere la riforma delle pensioni o migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione".

Conti pubblici L’Italia vedrà aumentare nel 2009 il rapporto deficit/pil al 5%, che salirà al 6% nell’anno successivo. È quanto stima l’Ocse. Tale aumento, secondo l’organizzazione, non è però dovuto alle misure prese per estendere gli ammortizzatori sociali e per supportare le famiglie a basso reddito previste dai provvedimenti anti crisi, perché queste hanno un impatto di bilancio pari a zero in quanto compensati da tagli in altre voci di spesa.

Giù l'inflazione L'inflazione dei prezzi al consumo, secondo le stime provvisorie di Istat, ha registrato nel mese di marzo un aumento dello 0,1% su mese e dell’1,2% su anno, segnando a livello tendenziale il dato più basso da febbraio 1969. L’Istat ricorda che a febbraio l’inflazione era dell’1,6%. L’indice armonizzato compreso delle riduzioni temporanee di prezzo a marzo è cresciuto rispetto a febbraio dell’1,1% e aumentato rispetto a marzo 2008 dell’1%. La frenata dell’inflazione è stata possibile soprattutto grazie al calo dei prezzi dell’energia scesi dello 0,4% rispetto a febbraio e del 6,6% rispetto a marzo 2008. La benzina verde è aumentata dell’1,8% sul mese, ma è diminuita del -15,9% sull’anno. Il gasolio è diminuito del 3,9% rispetto a febbraio e del 22,6% su base annua. Per i prodotti alimentari la crescita dei prezzi è stata pari allo 0,1% rispetto a febbraio e del 3% rispetto a marzo 2008. Per le bevande alcoliche e i tabacchi si è registrato un +1% congiunturale e un +5,2% tendenziale mentre per i trasporti si è segnato un calo dei prezzi dello 0,4% su febbraio e del 3,4% su marzo 2008. Calo anche per le comunicazioni a livello tendenziale (-1,9%).

Confindustria: produzione in picchiata Produzione industriale in picchiata a marzo. Secondo l’indagine rapida condotta dal Centro studi Confindustria, il dato al netto delle giornate lavorative scende del 20,1% su base tendenziale, dopo il crollo del 20% segnato a febbraio. Su base mensile la contrazione è del 2,7% e segue il -3,7% di febbraio. Sulla base di queste informazioni il Csc stima una riduzione del 7,2% della produzione industriale nel primo trimestre 2009 sugli ultimi tre mesi del 2008, che sostanzialmente replica la forte caduta che si è avuta nel quarto trimestre sul terzo 2008 (-7,6%). Ne deriva un’accelerazione della flessione tendenziale: -20,1% la variazione sul primo trimestre 2008, dal -10,3% nel quarto trimestre 2008.

La contrazione della domanda si traduce in una riduzione significativa delle commesse alle imprese: i nuovi ordini diminuiscono a marzo 2009 sia su febbraio (- 6,6%, dati destagionalizzati) sia su marzo 2008 (-12,1%, dati grezzi). A febbraio erano scesi del 6,6% su gennaio e del 10,3% su base annua.

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