Oggi l’Ucraina sceglie tra Mosca e Occidente

da Kiev

Si tengono oggi in Ucraina le elezioni legislative anticipate volute dal presidente Viktor Yushchenko e, per alcuni mesi, osteggiate dal premier, Viktor Yanukovich. I sondaggi prevedono la vittoria del partito del premier, il Partito delle regioni, con il 33,9 per cento dei voti, ma questo potrebbe non bastare ad assicurargli il potere. L’alleanza dell’ultimo minuto fra Yushchenko (che ieri ha chiesto in Tv di «scegliere tra passato e futuro») e Julia Tymoshenko potrebbe infatti ridare fiato al cosiddetto partito filoccidentale e riportare la «pasionaria» della rivoluzione arancione del 2004 alla guida del governo.
Il Blocco che porta il suo nome dovrebbe classificarsi secondo per numero di voti, con il 23,5 per cento, seguito dal partito Nostra Ucraina del Presidente (con il 13,1 per cento dei voti). «Abbiamo firmato un accordo con il blocco di Tymoshenko. Formeremo il governo il giorno dopo l’annuncio dei risultati del voto», ha dichiarato l’esponente di Nostra Ucraina, Yuriy Lutsenko.
Ma a fare da ago della bilancia dopo il voto sarà probabilmente il blocco Volodymyr Lytvyn, dato nei sondaggi al 6%. Lytvyn, ex-presidente della Rada durante la rivoluzione arancione, è noto per essere stato un uomo dell’ex-Capo di Stato Leonid Kuchma. Con l’appoggio di Lytvyn e dei comunisti, il partito del premier Viktor Yanukovich potrebbe anche sperare di raggiungere la maggioranza in Parlamento e formare così il governo. Lytvyn non ha però svelato le sue intenzioni e potrebbe anche optare per un’alleanza con Nostra Ucraina e la Tymoshenko.
Le elezioni, che giungono dopo una lunga crisi istituzionale, potrebbero insomma far riemergere gli stessi problemi che hanno portato sull’orlo di una guerra civile il Paese: instabilità e ingovernabilità. La posta in palio del voto odierno va però oltre la nascita del nuovo esecutivo, ma guarda più in là, alle presidenziali del 2009, vero fulcro del potere politico ucraino fin dalla rivoluzione arancione.

Tutto questo mentre, nonostante l’economia ucraina dia segni di promettente ripresa, l’inchiesta del giornale Vedemosti indica che il 50% degli elettori sarebbe disposto a votare chiunque in cambio di cibo. Le offerte non mancano, e arrivano persino nelle buche delle lettere. Circola addirittura un tariffario: una quindicina di euro per manifestare in piazza, da 7 a 30 euro o anche un pacco di viveri per un voto.

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