Oggi più che mai occorre vincere

È di solare evidenza che la prossima tornata elettorale assume un valore e un’importanza che va ben al di là del vincere o perdere la Regione Liguria.
La recente sentenza della Corte Costituzionale ha spostato una o due spanne più in là la valenza politica e quella dei rapporti sociali di una «normale» elezione regionale. Siamo al confronto, chiaro e netto come raramente è stato nella vita della Repubblica dal 1946 ad oggi. Anche per chi solitamente sta nel mezzo sarà molto difficile mantenersi su questa linea e bene o male sarà «costretto» a stare o di qua o di là. La posizione del Presidente Silvio Berlusconi all’interno dei rapporti con e fra le istituzioni dello Stato viene di fatto a subire alcune «non volute e non desiderate» inevitabili varianti.
Come ben è stato evidenziato da Paolo Armaroli nell’articolo su Il Giornale del 9 ottobre la Consulta «ha dato i numeri» peccato che non sia uscito quello dell’articolo 51, terzo comma: «chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il posto di lavoro». Per i motivi che tutti sanno questo non gli è stato concesso. Il premier sarà ora più impegnato che mai sia sul fronte interno che sul piano internazionale (si pensi solo a fronteggiare la campagna mediatica degli altri paesi).
Se fino a ieri è stato il traino indiscutibile, anche sul piano locale, da oggi i singoli territori dovranno «camminare anche con le proprie gambe» senza pensare che sempre dal nazionale ci sai l’effetto kers. Costruire ed essere positivi in un momento particolare della vita del paese e della regione. Questo ed altro dovrebbero risultare gli imperativi al quale far riferimento per la campagna elettorale delle elezioni regionali.
Massimiliano Lussana nel suo editoriale ci ha ben ricordato quanto sia importante l’impegno sul territorio e come vada concepito. Un partito è fatto prima di persone, ognuna delle quali con la propria storia ed il proprio vissuto in un determinato momento e specifico territorio, poi i progetti e le idee. La generalizzazione del concetto traslato alla politica che tutti possono fare tutto e su qualsiasi territorio è l’anticamera della «criticità politica».
Il nostro Sandro Biasotti ha di fronte delle praterie a condizione che ci si dia da parte nostra un gioco corale ed «intenso» nei valori e nei principi ispiratori di una particolare campagna elettorale.
Bisogna elaborare progetti e programmi con al centro le persone. Condivido totalmente le parole di Lussana che Claudio Burlando è il peggiore degli avversari possibili per capacità tattiche e doti di gestione ed analisi politica di una coalizione.

La nostra Lunga Marcia è appena iniziata consci che i campionati non si vincono con dieci Maradona, ma con otto Gattuso e due Maradona, tre sarebbero troppi.
Umiltà, volontà e qualità saranno elementi imprescindibili se si vuole riportare Sandro Biasotti al governo della Regione Liguria.

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