"Olio d'oliva e latte di asina È il mio menu di bellezza"

Chiara Caggiula, papà consulente e mamma prefetto, ha mollato Milano per la campagna. E dopo gli ulivi...

"Olio d'oliva e latte di asina È il mio menu di bellezza"

Datele mille ulivi e la farete felice. Aggiungetevi un casale, con annesso frantoio, e le farete cambiare vita. In sintesi: dalla città (Milano) alla campagna (Poggio Narnara). E' il biglietto di andata verso il successo di una nuova avventura di Chiara Caggiula, 28 anni, figlia di Flavio, consulente del lavoro e di Patrizia, prefetto della Repubblica.

Un salto azzardato? Macché, Chiara non è mai stata tipo da colpi di testa, ha semplicemente detto ai suoi che se ne andava da Milano, lasciando «una casa di famiglia per andarsene in un'altra casa di famiglia». Un modo intelligente per mettere all'angolo i suoi genitori e lasciarli, simpaticamente, senza parole. «D'altra parte - puntualizza Chiara - non è altro che la verità, mio padre e mia madre avevano acquistato questo casale, che allora era completamente da ristrutturare, per farne la loro seconda casa, una sorta di buen retiro che mio padre, appassionato della campagna e affascinato dalla coltivazione degli ulivi, ha sempre amato molto. Ha cominciato lui ad acquistare gli uliveti dei terreni confinanti che i contadini abbandonavano perché non se la sentivano più di continuare e così, poco per volta, siamo arrivati ad oltre mille piante, tutte secolari e tutte della stessa unica qualità, la Canino, autoctona di queste zone».

E un bel giorno in quel casale e in quelle terre del Viterbese arriva, valigie alla mano, Chiara, spirito libero per vocazione, amazzone per passione, che qui fa il suo salto migliore, il salto della vita. «Siamo nel 2013 quando decido di traslocare a Poggio Narnara, che poi sarebbe Farnese, spinta dall'idea di poter continuare a stare all'aria aperta e quindi assaporare e riassaporare sensazioni uniche. Ero ben decisa a restarci e a rimboccarmi le maniche, approfittando degli incentivi che in quell'anno la Comunità Europea metteva a disposizione dei giovani imprenditori in agricoltura e in particolare delle giovani imprenditrici. Così sostituisco il vecchio frantoio con nuovi macchinari e comincio la produzione del nostro olio, che fino ad allora, mio padre aveva riservato a parenti, amici e conoscenti. La scelta monocultivar ci premia praticamente subito con le tre foglie che la guida del Gambero Rosso assegna già, alla prima annata, al nostro olio. E' il miglior battesimo che la mia nuova azienda agricola potesse ricevere. Perché, fin dalle prime spremiture, mi sono imposta di macinare solo le nostre olive. Vede, noi non facciamo i frantoiani, ma i produttori di noi stessi e per mantenere alti gli standard di qualità organolettica non voglio andare al di là dei 1200 ulivi che ci consentono, comunque, una produzione di circa 15 quintali l'anno di olio. In azienda mi dà un bell'aiuto un operaio, il mio braccio destro, che lavora con noi da diversi anni e poi, di volta in volta, a seconda dell'andamento della stagione, arrivano i rinforzi: tre o quattro persone per la raccolta delle olive e poi un altro paio al frantoio».

Fatto sta che, raggiunto il primo obbiettivo, Chiara Caggiula torna a mettersi in gioco. E ci mette un anno e mezzo fra studi, prove e controprove ad uscire allo scoperto con la sua linea di prodotti cosmetici, tutti rigorosamente legati all'olio di sua produzione. «Abbiamo voluto testare puntigliosamente tutte le proprietà del nostro olio e analizzarlo assieme ai tecnici di un laboratorio specializzato per utilizzarlo nella cosmesi con formule che lo abbinassero ad altre materie prime naturali, come ad esempio la bava di lumaca, che arrivano da aziende che producono con la nostra stessa filosofia. E, nel 2015, quando ogni test è stato superato con eccellenti risultati, finalmente ho realizzato che la mia linea di cosmetici con l'olio di Poggio Narnara era pronta».

Un esordio che permette a Chiara di coniugare le sue passioni. «Sì perché ho presentato i miei cosmetici in occasione di un evento di equitazione, un concorso internazionale di salto ad ostacoli che si svolgeva in provincia di Siena. Non ho fatto la gara ma ho preso uno spazio espositivo e sono stata ugualmente in mezzo ai cavalli, vincendo comunque qualcosa: la fiducia della gente già al primo impatto con i miei prodotti. Spronata da questo risultato superiore ad ogni mia aspettativa mi sono buttata in una serie di eventi e fiere che hanno subito contribuito a rendere più popolare Poggio Narnara».

Le abbiamo lasciate per ultime ma, nell'azienda di Chiara, ci sono anche loro: sei asine di razza ragusana. E da loro arriva il latte per l'altra linea cosmetica. «Quella del latte d'asina - spiega Chiara - è una storia legata ad un legame profondo con una mia amica che aveva un allevamento d'asine ragusane sul Lago Maggiore e che, un anno fa, ha deciso di smettere. Mi ha proposto di rilevare le sue formule e di continuare l'attività al suo posto. Così, considerato che conoscevo bene i suoi elevati standard qualitativi, anche perché condividevamo lo stesso laboratorio di cosmesi, non ho avuto esitazione ad intraprendere quest'altra avventura e a portare tutto qui, asine comprese.

Sono simpaticissime e quindi ci permettiamo di prender loro il latte solo quando gli asinelli hanno raggiunto i sei mesi e hanno completato lo svezzamento.

Perché il latte, prima, spetta giustamente a loro. Quando il loro latte non ci basta lo compriamo da aziende che hanno la nostra filosofia produttiva e che, allevando anch'esse asine ragusane, si impegnano a proteggere una razza che rischiava l'estinzione».

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